ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – BEPPE BIAVA scherza: «All’andata mi feci espellere per rendere la partita più equilibrata!!»

Ricordi ed emozioni di colui che è stato un difensore del Genoa fino all'altro ieri


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Strana sensazione vivere un derby, e non uno qualsiasi, davanti alla tv, dopo essere stato protagonista degli ultimi tre in ordine di tempo. Difficile, a tratti frustrante, osservare i propri ex compagni in azione e non poter intervenire, per dar manforte alla difesa o per impostare il contropiede. A destra, comunque, il Grifone può stare tranquillo. Oltre a Sokratis ci penserà lo spettro di Beppe Biava a rendere meno fluida la manovra della Samp.

La serietà che lo contraddistingue lo indurrà di sicuro a tenere fisso la concentrazione sullo scontro salvezza che la Lazio ha in programma a Bologna ma, quasi automaticamente, il pensiero volerà là, a quello spogliatoio del “Gianluca Signorini” di Pegli, dove Rossi e compagni stanno preparando le alchimie necessarie per stabilire il nuovo record di vittorie consecutive nei derby.

E se come nelle pubblicità il pallone dovesse mandare in frantumi lo schermo della sua televisione, Beppe, non avere esitazioni e spazza lontano: Palacio, Sculli e Palladino saranno pronti a raccogliere il tuo lancio e a puntare la porta avversaria.

In esclusiva per Pianetagenoa1893.net, Beppe Biava racconta l’infinita sfida tra Samp e Genoa.

Chi meglio di lei può spiegarci come si vince un derby…

«Beh, in effetti ho chiuso la mia esperienza al Genoa con il bilancio di tre successi in altrettante stracittadine disputate. Me li ricordo tutti quanti in maniera nitida: dall’1-0 firmato Milito al 3-1 con il tris del “Principe” fino al più recente 3-0 nel segno di Milanetto, Rossi e Palladino. Quello che mi ha regalato più emozioni è stato sicuramente il primo in quanto era il mio debutto in un match così sentito ed atteso dall’intera città. Inoltre al Genoa mancava questa vittoria da tanto tempo ed al triplice fischio è stata una liberazione ed una gioia indescrivibile per tutti noi».

Adesso la vittoria manca da tanto tempo alla Samp. Il Grifone dovrà stare più attento?

«Sicuramente sì, questo è un aspetto da non trascurare. In questo momento, inoltre, ai blucerchiati sta girando tutto bene e la loro posizione di classifica è molto buona. Quando si scende in campo in un derby, comunque, si parte sempre alla pari ed i punti non contano a nulla. La differenza la fanno le motivazioni e la voglia di far bene e sotto questo punto di vista i miei ex compagni sono una garanzia».

Chi sono i giocatori che sentivano maggiormente il derby della lanterna?

«Tutti quanti ma la vecchia guardia, in queste circostanze, dà sempre qualcosa in più. Rossi, Sculli e Milanetto vivono l’attesa a questa gara in modo speciale e hanno sempre avuto il merito di caricare a mille anche i nuovi, compreso me, facendogli subito capire cosa significa per un genoano il derby della lanterna. Io ero reduce dalla sfida tra Palermo e Catania, sentita quanto si vuole ma che mette in contrapposizione squadre di città diverse, che distano tra loro due ore di macchina».

Negli ultimi anni il Genoa non ha mai vinto una gara prima del derby. Soltanto un caso?

«Beh, quando si scende in campo si punta sempre e comunque alla vittoria ma se si è a sette giorni dal derby i diffidati tirano un po’ più indietro la gamba ed incosciamente si tende a risparmiare qualche energia. Nello scorso campionato accadde contro il Bologna, questa volta contro il Livorno. Ci ripetevamo di pensare ad una gara per volta ma appena scesi in campo si avvertiva qualcosa di diverso».

Nei tre derby che lei ha disputato, Cassano e Pazzini hanno combinato poco o nulla: bravi voi, oppure la tensione ha condizionato le loro prestazioni?

«Merito del Genoa nel suo complesso. Correvamo come dannati e, in questo modo, siamo riusciti a sopperire alla maggior fantasia di alcuni loro elementi. In altre parole, è stata la forza del gruppo a permetterci di ottenere così tante soddisfazioni e a farci esaltare con il passare dei minuti».

Nella stracittadina d’andata, la sua gara durò meno di un tempo. Ha temuto che l’espulsione potesse impedire al Genoa di condurre in porto la vittoria?

«Adesso posso rivelarlo. Mi sono fatto buttar fuori apposta perchè altrimenti la partita sarebbe stata ancora più facile. L’unico modo per dare una speranza ai nostri avversari era quella di farli giocare in superiorità numerica per cinquanta minuti! Ovviamente sto scherzando, si tratta di uno sfottò da derby, non vorrei che le mie parole venissero mal interpretate. Anzi, i miei compagni sono stati davvero bravi ad incrementare il punteggio pur dovendo correre il doppio».

Cosa differenzia la settimana che precede Sampdoria – Genoa da quella di un Genoa – Bologna o di un Genoa – Livorno?

«Se ti prepari a giocare Genoa – Livorno, inizi a lavorare al martedì con l’obiettivo di arrivare ad avere una tensione alta al venerdì. Prima dei derby, invece, la tensione è già alle stelle il martedì, i volti sono più seri e tra le quattro mura dello spogliatoio si parla tanto per preparare la gara nei minimi dettagli».

Porte chiuse e nessuna conferenza stampa, ormai sta diventando una consuetudine. Vi ha aiutato questo avvicinamento al derby?

«Alla vigilia della prima stracittadina che ho giocato, Cassano si era cimentato in alcune battute e noi avevamo preferito stare zitti e dimostrare con i fatti di non avere i visi pallidi. Portò bene e, da quella volta in poi, tutto l’ambiente decise di ripetere lo stesso comportamento anche nelle circostanze successive».

Beppe Biava ed il derby…

«Di sicuro lo guarderò in tivù, magari assieme a Sergio Floccari, con la speranza e la convinzione che i miei ex compagni possano calare il poker. I genoani tengono troppo a questa partita ed iniziano a pensarci già in estate. Noi stessi, nello spogliatoio, abbiamo evidenziato le date dei derby sul calendario dicendoci: “questi giorni non possiamo sbagliare”. Da qualche mese io ne ho segnata un’altra: quella del mio ritorno al “Ferraris” contro il Genoa. Sono già in fibrillazione…».

Claudio Baffico

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

 

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