Proviamo a giocare Roma-Genoa

Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso oggi è una domenica insipida. Insipida poiché è senza il Genoa che giocherà domani. Però, grazie alle tv, c’è un effetto positivo: il tempo torna all’indietro e il lunedì diventa d’incanto domenica. Per ingannare l’attesa voglio brevemente esporvi una mia idea riguardante lo schieramento del Grifone […]


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Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso oggi è una domenica insipida. Insipida poiché è senza il Genoa che giocherà domani. Però, grazie alle tv, c’è un effetto positivo: il tempo torna all’indietro e il lunedì diventa d’incanto domenica. Per ingannare l’attesa voglio brevemente esporvi una mia idea riguardante lo schieramento del Grifone all’Olimpico: per carità, lungi da me l’idea di sostituirmi a Pasquale Marino, sono soltanto elucubrazioni pre-partita. A mio modo di vedere giocare contro la Roma con il 4-3-1-2, speculare a quello avversario, mi sembra abbastanza rischioso. Si conoscono molto bene le assenze nello schieramento rossoblù, soprattutto quelle di Kucka e Constant a centrocampo (marcatore mediano ed esterno), ma occorre copertura. Io sono (udite! udite!) per un 4-5-1 mobile. Ciò consentirebbe un maggior equilibrio e supremazia nella zona mediana. Come realizzarlo? Niente Palacio: Gilardino unica punta, Belluschi arretrato, Veloso regista arretrato davanti alla difesa assieme a Biondini, sulla fascia destra Mesto e a sinistra Jankovic oppure Alhassan che non ha per niente sfigurato in Coppa d’Africa (spazio ai giovani). In particolare, metterei Belluschi a tallonare Lamela e Biondini a disturbare De Rossi quando orchestra la fase offensiva dei giallorossi. In più le due ali, da una parte Mesto e dall’altra Jankovic o Alhassan a inserirsi a supporto per Gilardino attraverso cross e suggerimenti.  Lo scopo è quello di sfiancare il più possibile gli avversari attraverso raddoppi di marcatura, togliere loro il possesso della palla, e cercando di tenerli il più lontano possibile dalla difesa.

Nel momento in cui riesce questo gioco di logorio, avendo possibilmente “cotto” Lamela, si passa alla seconda fase. Entrano Palacio e Jorquera al posto di Belluschi e di uno degli esterni e si passa al 4-3-1-2. Il giocatore cileno può entrare soltanto in momenti come questi: la sua presenza sposta la squadra in avanti, un po’ come accadeva con Roberto Baggio (soprattutto al Milan). In tandem con l’attaccante argentino potrebbero risultare micidiali per una Roma col centrocampo “molle”.

Tutto questo presuppone una buona forma fisica, soprattutto per i raddoppi di marcatura e il presidio sulle fasce tra i due terzini (Rossi e Moretti) e le due ali. Fin qui le ipotesi: la parola passa tra meno di 24 ore alle due squadre. Ci vediamo domani per l’analisi della gara.

Marco Liguori

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