Destro-Immobile, gioventù bruciata in rossoblu, e il monito di Gasperini

Probabilmente ieri sera, qualche tifoso genoano, assistendo all’anticipo tra Roma e Torino, ha rischiato di mangiarsi le mani. Perché? Basta leggere il tabellino della gara conclusa 2-1 in favore dei capitolini per notare che due dei tre marcatori della sfida dell’Olimpico, fino a poco tempo fa, indossavano la maglia rossoblù. Mattia Destro e Ciro Immobile: […]


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Probabilmente ieri sera, qualche tifoso genoano, assistendo all’anticipo tra Roma e Torino, ha rischiato di mangiarsi le mani. Perché? Basta leggere il tabellino della gara conclusa 2-1 in favore dei capitolini per notare che due dei tre marcatori della sfida dell’Olimpico, fino a poco tempo fa, indossavano la maglia rossoblù.

Mattia Destro e Ciro Immobile: promesse del calcio italiano, rispettivamente scuola Inter e Juventus, entrambi in odore di Nazionale e con un score di gol invidiabile per due ragazzi del ’91 e del ’90. Sono 9 le reti messi a segno dall’attaccante della Roma in appena 16 partite giocate dal rientro dell’infortunio lo scorso dicembre contro la Fiorentina. Con le sue 17 firme, invece, Ciro Immobile ha sorpassato un certo Carlos Tevez in cima alla classifica dei marcatori, in attesa della partita di questa sera tra Juventus e Parma.

Al Genoa hanno faticato eccome, vuoi per l’inesperienza (nell’annata 2010-11 Destro ha esordito in A segnando nell’1-3 inflitto dal Chievo); vuoi per il bisogno di certezze da parte di una piazza a volte affettuosa, altre severa; vuoi per i nomi pesanti, vedi Toni e Borriello, che all’epoca li precedevano nelle gerarchie dell’allenatore, o meglio, degli allenatori: Gasperini e Ballardini per Destro, De Canio, Delneri e Ballardini per Immobile. Vuoi per l’instabilità regnante nell’ambiente dopo l’addio, pardon, arrivederci di Gasperini. Non proprio le condizioni ideali per aiutare due giovani poco più che ventenni ad esprimersi pienamente.

In rossoblù, Destro ha messo insieme 2 gol in 16 presenze, Immobile 5 (di cui una alla Sampdoria) in 33 gettoni. 7 gol in totale che paragonati agli attuali 26 complessivi possono cambiare opinione a chi, in quelle stagioni, li aveva bollati troppo frettolosamente come “pacchi” rifilati dai top club. Lo stesso Gasperini, qualche tempo fa, ha ricordato il caso dell’attaccante del Torino di fronte alle premature critiche ai giovani della rosa: “Evitiamo di bruciare i nostri giocatori, altrimenti succede come con Ciro Immobile”. Lo ha evitato, il tecnico piemontese, con Mattia Perin: in difficoltà nella prime giornate dopo una lieve incertezza contro la Fiorentina, il giovane portiere ha goduto della stima incondizionata di Gasperini e con il passare delle giornate è diventato una delle più solide certezze del Genoa (e c’è chi dice, non a torto, della Nazionale).

Casi come quelli di Destro e Immobile sono quasi prassi nel mondo del calcio: spetterà alla società rossoblù imparare più che dai propri errori, dalle frettolose valutazioni che possono condizionare il futuro di un giovane calciatore. L’esempio di Mattia Perin è sotto gli occhi di tutti. Contando sulla stabilità della gestione 2.0 di Gasperini, giovani come Sturaro, Cofie, Bertolacci e Konatè sono in una botte di ferro.

Daniele Zanardi

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