Campionato? Così è se vi pare

Oggi pomeriggio abbiamo, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, vissuto un fatto, storico e al tempo stesso negativo, che ha di fatto demolito il campionato di calcio. Com’è noto a tutti, Genoa-Parma è stata rinviata. Un provvedimento chiesto a gran voce dal capitano della squadra emiliana, Alessandro Lucarelli: “A Genova non giochiamo, […]


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Oggi pomeriggio abbiamo, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, vissuto un fatto, storico e al tempo stesso negativo, che ha di fatto demolito il campionato di calcio. Com’è noto a tutti, Genoa-Parma è stata rinviata. Un provvedimento chiesto a gran voce dal capitano della squadra emiliana, Alessandro Lucarelli: “A Genova non giochiamo, abbiamo chiesto che venga rinviata la partita. Se non ce lo concedono, sciopereremo e perderemo 3-0 a tavolino”. Il presidente Figc Carlo Tavecchio l’ha concesso, spiegando: “Ma sarà l’ultima volta”. Invece, da oggi sarà la regola: è facile prevedere che ogni qualvolta che ci sarà una squadra in dissesto finanziario, i giocatori minacceranno lo sciopero del pallone, affermando di non presentarsi in campo e perdere 3-0 a tavolino se non otterranno un rinvio per risolvere le proprie pendenze economiche. In pratica una situazione paradossale, oserei dire quasi pirandelliana.

E’ evidente che in questo modo salta non solo la regolarità del torneo, ma l’idea stessa di campionato. Domenica scorsa l’Udinese non ha giocato, stavolta è toccato al Genoa: entrambe dovranno subire un’attesa affannosa per conoscere quando saranno recuperate le loro gare col Parma. E con le società ne subiscono le conseguenze anche i tifosi: magari i supporter rossoblù dovranno sottostare al recupero in giorni infrasettimanali in orari poco conciliabili con le attività lavorative. Chissà, si potrebbe giocare alle 7 del mattino, come accadde nel 1925 per la gara di spareggio per la finale scudetto contro il Bologna. Tanto, cosa importa: un orario vale l’altro.

Marco Liguori

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