A Parma una squadra senza personalità : ecco i punti da dove ripartire

Una squadra senza né capo né coda. Purtroppo è questa l’amara verità, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, giunta oggi da Parma. Il Genoa non ha personalità: è arrivata in campo completamente giù di tono. Il caldo c’entra poco: i giocatori hanno “non” giocato al Tardini come scolaretti svogliati. Era inevitabile che […]


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Una squadra senza né capo né coda. Purtroppo è questa l’amara verità, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, giunta oggi da Parma. Il Genoa non ha personalità: è arrivata in campo completamente giù di tono. Il caldo c’entra poco: i giocatori hanno “non” giocato al Tardini come scolaretti svogliati. Era inevitabile che si facessero infinocchiare (e per ben 3 volte) dal Parma che sa fare un solo tipo di gioco: catenaccio e contropiede, intervallato da un “titic-titoc” a centrocampo con una fitta rete di passaggi che serve a snervare l’avversario, prima di lanciare lungo per Giovinco o per Floccari. Il Grifone non riusciva oggi a spezzare l’incantesimo imposto a centrocampo dagli emiliani: Kucka, Veloso e Constant sono diventati l’anello debole della catena. A ciò bisogna aggiungere l’inesistente apporto sulle fasce di Antonelli (poi Moretti) a sinistra e di Rossi a destra: mai un inserimento, poco contenimento degli avversari liberi di scorazzare in quei settori del campo. In più se si spegne Jorquera e Caracciolo non dà peso in fase offensiva è davvero notte fonda. Piccolo suggerimento: sarebbe stato più opportuno inserire dall’inizio Seymour al posto di Constant.

In uno scenario purtroppo negativo ci sono per fortuna dei punti da cui ripartire. Malesani potrà contare sulle certezze di Frey in porta e di Palacio in avanti. In più c’è anche Jankovic che ha dimostrato che il suo infortunio è un lontano ricordo: è un’altra freccia per il reparto avanzato. Bisogna anche sottolineare che non siamo comunque in una situazione irreversibile e irrecuperabile: come ho scritto la scorsa settimana, il Genoa non è il dream team, ma non è una squadra di brocchi. In questa fase delicata dovrà lavorare in modo approfondito il tecnico, approfittando innanzitutto della pausa riflettendo sugli errori commessi: al rientro dovrà parlare a lungo con tutti i giocatori e far comprendere al meglio i suoi schemi e la sua filosofia di gioco. Certo, dopo il ruolino di marcia positivo delle prime partite nessuno si attendeva un calo così repentino nelle ultime due trasferte. Innervosisce (e non soltanto i tifosi, ma sicuramente anche lo stesso allenatore) non aver approfittato di due gare alla portata del Grifone per incamerare punti: il campionato ancora non ha espresso un padrone e forse resterà incanalato, tra alti e bassi, su questo tema. Peccato che il Genoa non sia nelle primissime posizioni: sarebbe stata una buona carta, sul piano psicologico, da giocare prima di affrontare le “grandi” tra qualche settimana. Ma a questo punto Malesani deve farsi sentire e conquistare i tre punti contro il Lecce tra due settimane. Insomma, si può fare e dare qualcosa di più: i tifosi lo attendono e se lo meritano.

Marco Liguori

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