Gli invincibili, 1922-23: il Genoa batte la Cremonese e consolida il primato

Grazie alle reti di Santamaria e De Vecchi su rigore il Grifone ha cinque punti di vantaggio sul Bologna che incontrerà nel prossimo turno


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Vittoria “all’inglese” (in termini di risultato e di situazione meteorologica) del Genoa in casa contro la Cremonese

Genova, 11 febbraio 1923

Il Genoa ritornava oggi a giocare, dopo tre trasferte consecutive (le ultime due – vittoriose – contro Udinese e Milan, inframmezzate da una domenica di sosta), di fronte al suo pubblico, che nell’ultima occasione – lo sconcertante pareggio «a reti bianche» contro la modesta Esperia Como di quasi un mese fa – era uscito fortemente deluso dallo stadio di Marassi: c’era l’occasione di riconciliarsi con i propri tifosi per gli uomini allenati dal tecnico inglese «Mister» William Thomas «Billy» Garbutt ed è stata sfruttata.

Su un terreno pantanoso, che favoriva gli ospiti, tecnicamente inferiori agli avversari, ma dotati di un’ottima condizione atletica, i rossoblù, che hanno presentato ancora una volta Emilio Aristodemo «Maja» Santamaria I al centro dell’attacco con Edoardo Catto e Augusto «Berga» Bergamino I mezzale destra e sinistra (è la disposizione tattica della ripresa nella partita interna contro la Juventus di domenica 17 dicembre 1922, che favorì la rimonta dallo 0-1 a favore dei bianconeri torinesi al 2-1 finale), hanno offerto una prestazione di medio livello, la quale è stata agevolata nel suo obiettivo di incamerare i due punti in classifica che premiano le squadre vittoriose dal fatto che il risultato sia stato sbloccato nella prima parte del primo tempo dall’ennesima prodezza di Santamaria I.

I grigiorossi cremonesi hanno dovuto così entrare nell’ordine di idee di cercare qualche sortita offensiva (particolarmente pericolosa si è rivelata quella che c’è stata tre minuti dopo la rete del centrattacco rossoblù), perché, se non fossero riusciti a violare la porta di Giovanni «Ragno» De Prà, la sconfitta sarebbe stata inevitabile. Senza grandi occasioni da rete sull’un fronte e sull’altro si è giunti a pochi minuti dal termine dell’incontro alla «scena madre» dell’assegnazione della massima punizione al Genoa per un contatto non evidentissimo tra Italo «Gnarro» Defendi e Catto, che è stramazzato a terra. I fratelli Ravani, terzini della Cremonese, allontanandosi dal terreno di gioco, in segno di protesta nei confronti della decisione presa dal signor Katz di Parma (che poco dopo ha mandato anzitempo negli spogliatoi uno dei fratelli Puerari, che continuava a protestare), hanno commesso un gesto doppiamente riprovevole, sia perché chi fa il calciatore deve rispettare le decisioni dell’arbitro, anche se non le condivide, sia perché, se davvero volevano dare forza «ideologica» alla loro presa di posizione, dovevano allontanarsi prima dell’esecuzione della massima punizione da parte del capitano rossoblù Renzo «il figlio di Dio» De Vecchi e non dopo (è praticamente sicuro che se il calcio di rigore fosse stato sbagliato, la loro protesta… sarebbe rientrata!), quando le sorti dell’incontro apparivano irrimediabilmente compromesse per gli ospiti.

La tredicesima giornata del Girone B della Lega del Nord del Campionato Italiano di Prima Divisione avrebbe dovuto far luce con lo scontro tra il Legnano e il Bologna su quale delle due squadre possa contendere al Genoa il primato che dà accesso al Girone Finale riservato alle tre formazioni vincitrici dei gironi dell’Italia settentrionale, ma l’incontro non ha avuto luogo, perché nella città lombarda erano in programma le elezioni amministrative. Il Bologna attende domenica prossima il Genoa, che ha una partita disputata in più e un vantaggio di cinque punti in classifica, in quello che sarà un incontro fondamentale nella storia del quarto campionato post-bellico dei due sodalizi accomunati dai colori rossoblù.

Stefano Massa

Il genoano Mariani braccato dai difensori cremonesi (foto archivio Stefano Massa)
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