GRIFO D’ATTACCO – Gilardino e il coraggio delle proprie azioni

Il Primo Violino ha messo la sana spregiudicatezza del giovane tecnico, vittoria del gruppo

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Genoa di mister Gilardino torna alla vittoria e lo fa in grande stile dinanzi a più di 26mila spettatori: 2-0 al Palermo. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 295ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Che titolo darebbe ai tre punti del Grifone? «Non ho dubbi: il coraggio delle proprie azioni. Gilardino ha messo in campo la sana spregiudicatezza del giovane tecnico che altera poco della squadra di Parma, se non la difesa a quattro con Sabelli adattato sulla fascia sinistra – è segno di fiducia non sostituire un giocatore ammonito – ma ne recepisce il significato della sconfitta. Bani ha giocato senza allanamenti nelle gambe e si è sacrificato fino ai crampi: un bel segnale. É la vittoria del gruppo, di uno spogliatoio che festeggia il gol di Jagiello con un abbraccio così entusiasmante che è come se coinvolgesse ogni tifoso. Il Genoa ha staccato per una sola partita, ora è tornato e si è rimesso sulla strada giusta».

Scendiamo nel particolare del match del Ferraris. «Dopo un approccio debole, il Genoa ha preso in mano la partita verso il ventesimo salendo di baricentro e vincendo tutti i contrasti e i duelli aerei. In effetti la mediana rossoblù è stata superiore: merito di Frendrup e di un ritrovato Sturaro i quali, assieme al palleggio di Badelj, hanno marcato la differenza con il centrocampo del Palermo. Mister Gilardino ha azzeccato il tempismo e la natura dei cambi: Aramu, ancora una volta sottotono, è uscito al momento giusto mentre la potenza di Puscas ha sconquassato il Palermo ormai sbilanciato in avanti. Coda si è fatto un mazzo… di fiori di Sanremo: il suo lavoro fuori dall’area di rigore è vitale per la squadra. Il Grifone ha battuto la terza squadra giunta al Ferraris spinta sulle ali dell’entusiasmo da una striscia d’imbattibilità: Südtirol, Frosinone e, da ieri, anche i siciliani».

Menzione speciale per Gudmundsson e Martinez? «Sono stati i migliori in campo. Albert ha deliziato il pubblico con colpi di alto livello: giocate di personalità, voglia di fare gol e di “determinare”, come suol dire il Primo Violino. L’islandese classe 1997 farà il salto di qualità quando troverà continuità di rendimento. Martinez ha salvato la partita con l’intervento su Soleri che dimostra quanto sia un portiere contemporaneo: ha coraggio e nello specchio è molto bravo. Lo spagnolo ha trovato fiducia, elemento fondamentale per il questo ruolo così particolare: le sue parate, assieme a quelle di Semper, hanno permesso a Gilardino di non subire gol al Ferraris e, soprattutto, di vincerne quattro su cinque. Spero che Hefti abbia superato completamente i problemi fisici, nel caso il Genoa ritroverebbe un terzino di spessore: purtroppo sarà assente a Modena per squalifica».

La trasferta di Modena richiama il famoso striscione “Solo chi soffre impara ad amare…” «Assistetti allo spareggio del giugno ’88 a fianco del presidente Aldo Spinelli e del sindaco Cesare Campart. Segnarono Di Carlo, Scanziani e Briaschi: il Genoa vinse 3-1 festeggiando la salvezza all’ultima giornata dinanzi a tutta Genova sbarcata in trasferta in Emilia. Venendo ai giorni nostri, il Modena gioca bene al calcio e la sua classifica non lo rispecchia, pertanto è giusto non sottovalutare la squadra dell’esperto Tesser che figurava tra le mie sorprese d’inizio stagione: hanno interpreti di prospettiva come Cittadini mentre Diaw e Falcinelli possono dare fastidio. Il Genoa deve fare risultato perché nel calcio non c’è niente di peggio della sconfitta: Parma lo insegna».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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