I tre punti deboli del Genoa

Dopo sei giornate, il campo consente di poter esprimere i primi giudizi ragionati sulla rosa del Genoa e sui risultati finora conseguiti. Il penoso terreno di gioco di Marassi racconta che la società ha commesso tre errori strategici in fase di campagna acquisti. Primo errore: manca un goleador. Il Genoa ha investito risorse su tre […]


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Dopo sei giornate, il campo consente di poter esprimere i primi giudizi ragionati sulla rosa del Genoa e sui risultati finora conseguiti. Il penoso terreno di gioco di Marassi racconta che la società ha commesso tre errori strategici in fase di campagna acquisti.

Primo errore: manca un goleador. Il Genoa ha investito risorse su tre giocatori, Caracciolo, Pratto e Ribas, che hanno finora collezionato la miseria di un tiro in porta complessivo in sei partite. Abbandonati Floro Flores e la leggenda vivente Boselli, la società avrebbe dovuto concentrare il proprio budget su un unico centravanti vero, capace di impegnare la difesa avversaria e di finalizzare l’azione, magari tenendo Mattia Destro come riserva.

Secondo errore: mancano le ali. Il centrocampo è composto da mediani e interni, dei quali nessuno sembra in grado di saltare l’avversario e crossare. Ceduti Rafinha, Konko, Criscito, la società non ha provveduto a inserire in organico alcun giocatore capace di spingere o sgroppare sulla fascia. La ovvia conseguenza è che Palacio deve allargarsi per creare gioco, senza che vi sia alcuno in grado di buttarla dentro l’area di rigore.

Terzo errore: la difesa è lenta e macchinosa, manca un difensore veloce. Agli avversari è sufficiente pressare alto per infilare la nostra difesa in lento ripiegamento. Il Presidente Preziosi, il cui silenzio inizia a preoccuparmi, è de facto obbligato all’ennesima rivoluzione tecnica. La rosa è male assortita, molti giocatori non sembrano in grado di fare la differenza. Le uniche speranze sono riposte nei miracoli di San Palacio.

Il Genoa ora affronterà le proibitive trasferte di Torino e Firenze, campi dove il Vecchio Balordo ha sempre perso negli ultimi quattro anni, e le sfide interne contro Roma e Inter. Se Malesani non riuscirà a tradurre le sue dichiarazioni battagliere in punti e gioco, la sosta prevista per domenica 13 novembre potrebbe essere la finestra ideale per un cambio di guida tecnica.

Federico Santini – federico.santini@yahoo.it

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