Che errore accusare i genoani di non avere entusiasmo

Malesani firma la propria condanna sfidando il popolo rossoblù sul terreno dell’entusiasmo. Siamo certi che le parole del tecnico non avessero intento di bacchettare,  ma solo di svegliare i tifosi. Tuttavia contestare mancanza di euforia ai genoani mi sembra quasi offensivo. Malesani è nuovo del Pianeta Genoa, dove noi, ahinoi, navighiamo da anni, lustri, decenni. Spesso l’entusiasmo […]


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Malesani firma la propria condanna sfidando il popolo rossoblù sul terreno dell’entusiasmo. Siamo certi che le parole del tecnico non avessero intento di bacchettare,  ma solo di svegliare i tifosi. Tuttavia contestare mancanza di euforia ai genoani mi sembra quasi offensivo. Malesani è nuovo del Pianeta Genoa, dove noi, ahinoi, navighiamo da anni, lustri, decenni. Spesso l’entusiasmo per il Genoa è una eredità naturale che si trasmette di padre in figlio, di nonno in padre, evitando di risalire a bisnonni e trisavoli.

Il genoano è l’adrenalina fatta tifoso. Anche perché accogliere in 3.000 El Tigre Castillo, incendiarsi per Badra, Gabsi e Madbi, idolatrare Moscardi, credere in Boisfer, considerare Tacchi Marulla i nuovi gemelli del goal, etc..etc..etc… sono gesti che possono essere spiegati solo da una cieca passione e da uno smodato ottimismo.

Da qualche tempo il Presidente Preziosi, la cui strategia societaria ho illustrato, documentato, e spesso difeso in (S)visti da lontano, ha dato il via alla politica della “razionalità”. Plus Tizio, compartecipo Caio, rimpiazzo Sempronio. Tutti cedibili, tutti rimpiazzabili, per il bene del Genoa società. Preziosi, del resto, e’ il Presidente del Genoa, non dei tifosi. Ipse dixit. La nuova era della razionalità garantisce stabilità ma non scalda i cuori, non accende i sogni, non chiama alla lotta. Come affezionarsi a una squadra che cambierà già tra tre mesi? E sarà stravolta tra nove? Come esaltarsi sapendo già che ogni parvenza di campione sarà ceduta al miglior offerente?

Legittimo, per carità: ci viene chiesto di usare il raziocinio e apprezzare gli ottimi risultati societari e la classifica più che tranquilla. Apprezziamo, apprezziamo,  ma non chiedeteci più di essere aprioristicamente entusiasti. Ieri, per la prima volta in 38 anni, sono uscito dallo stadio di Parma con 15 minuti di anticipo, “mortificato” dalla prestazione degli undici “artisti” in campo. Del resto, le nuove limitazioni ex lege sulle trasferte non mi hanno nemmeno consentito di ignorare la partita e volgere lo sguardo verso lo spettacolo della Nord in trasferta. Tutto ormai vietato.

Meglio tornare a casa. Dato l’entusiasmo.

Federico Santini 

federico.santini@yahoo.it

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