Il Genoa non vince in casa Juve dal 1991, Gasperini sempre sconfitto (VIDEO)

Sono 7 le vittorie genoane a Torino (1910, 1911, 1914, 1915, 1924, 1937 e appunto 1991); nel 1906 la prima invasione di campo della storia


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A Torino per rompere uno storico doppio tabù. Gasperini per conquistare punti a Torino dove l’ex tecnico della primavera bianconera nei cinque precedenti ha collezionato solo sconfitte, e il Genoa, quest’anno unica squadra in grado di battere la Juventus (1-0 all’andata con gol di Antonini in pieno recupero), per centrare quella vittoria sul terreno dei campioni d’Italia che manca dal 20 gennaio 1991: 1-0 con gol di Tomasone Skuhravy al “Delle Alpi” abbattuto quattro anni fa per fare spazio al nuovo “Stadium”.

Il bilancio, considerando anche l’unica sfida di B, recita: 44 vittorie juventine, 12 pareggi e 7 successi genoani (1 solo nel dopoguerra, nel 1991 come detto). A questi vanno aggiunti anche 4 precedenti in Coppa Italia (3 vittorie bianconere e una rossoblù nel 1939).

Come detto, i precedenti del tecnico genoano in casa della Juve non sono fortunati. Lo scorso anno, Gasperini ha ereditato la squadra da Liverani e alla sua terza panchina, dopo aver pareggiato a Catania e battuto in casa il Chievo, il 27 ottobre 2013 va a far visita a Torino dove però gioca solo la Juve che chiude la partita fin dal primo tempo con le reti di Vidal su rigore e Tevez. Nel secondo tempo non accade nulla e le due squadre giochicchiano senza frasi male in vista degli incontri futuri. Nel 2006/07, campionato di serie B, finisce 3-1 per i bianconeri grazie ai gol di Nedved, Chiellini e Di Vaio (per il Genoa) nel primo tempo e Trezeguet nella ripresa. Partita però viziata da un gol regolare annullato a Gasparetto (fuorigioco inesistente) sullo 0-0. L’anno successivo, entrambe in A, finisce 1-0 grazie a un gol di Del Piero ma il Genoa spreca l’occasione del pareggio con Sculli. Nel 2008/09 il Genoa gioca bene, colleziona occasioni su occasioni (anche un palo), gli viene annullato l’ennesimo gol di regolare di Milito ma alla fine viene punito (4-1) per le tante distrazioni difensive. I gol portano la firma di Grygera e Amauri nel primo tempo, Iaquinta, Milito (rigore) e autorete nel finale di Papastathopoulos.

La partita del 14 febbraio 2010 rimane negli annali per un rigore inesistente assegnato a Del Piero. Siamo al 31’ della ripresa, il risultato è inchiodato sul 2-2 e la contestazione del pubblico verso l’allora allenatore juventino Zaccheroni comincia a farsi sentire. Ma ecco che accade l’imprevedibile: Del Piero fugge sulla sinistra, Papastathopoulos 3-4 metri fuori area forse lo tocca, il numero 10 juventino cade. Incredibilmente l’arbitro Mazzoleni di Bergamo (su segnalazione dell’assistente Copelli) indica il dischetto: “Pinturicchio” non sbaglia e trafigge Amelia. Rabbia Genoa per una partita giocata a viso aperto: il primo tempo si chiude 1-1 con i gol di Marco Rossi e Amauri. A metà ripresa il botta e risposta con Del Piero e ancora Rossi (su papera di Buffon) prima della clamorosa topica arbitrale.

La stagione successiva non c’è più Gasperini, sulla panchina genoana siede Ballardini che sta portando il Genoa verso una salvezza tranquillissima. La Juve di Del Neri arranca al di fuori della zona Europa. I rossoblù giocano bene: vanno due volte in vantaggio (autogol di Bonucci e Floro Flores) per due volte vengono raggiunti (autogol di Marco Rossi e Matri), Palacio sfiora il terzo vantaggio e alla fine (83’) vengono superati dall’ex Luca Toni con un tocco sotto a scavalcare l’incolpevole Eduardo (autore di una delle sue migliori partite).

Come detto, dal 2011-12 i bianconeri del nuovo corso con Conte allenatore (tre scudetti consecutivi) giocano allo “Juventus Stadium”. Nell’ottobre 2011 finisce 2-2 con Malesani in panchina in quella considerata la miglior partita della sua gestione. Matri (da gennaio di nuovo alla Juve dopo la parentesi genoana) sblocca il risultato dopo soli 6 minuti ma al 31’ il “solito” Marco Rossi su bel cross di Merkel di testa trafigge Storari. Nella ripresa è ancora Matri a riportare avanti la Vecchia Signora che viene raggiunta da Caracciolo all’85’: unica rete in maglia rossoblù per l’”Airone”. Nel recupero Jorquera e lo stesso Caracciolo spaventano i padroni di casa.

Il 26 gennaio 2013 ancora un pareggio nella prima del Ballardini II: 1-1 tutto nella ripresa firmato da Quagliarella e Borriello. Nel finale un tocco di mano di Granqvist viene correttamente giudicato involontario dall’arbitro. Apriti cielo! L’ambiente juventino si scatena accusando il direttore di gara ma tralasciando il fatto che nel primo tempo sullo 0-0 non viene visto un tocco volontario di mano di Vucinic in piena area.

La prima sfida ufficiale giocata a Torino è datata 2 aprile 1905. Si gioca il gironcino finale a tre per decidere il titolo, alla penultima il Genoa va a Torino: termina 1-1, un ottimo risultato dato che all’ultima giornata in casa, battendo l’U.S. Milanese ormai tagliata fuori, il Genoa andrebbe allo spareggio. Ma il Genoa non va oltre il pareggio e la Juventus vince così il primo scudetto della storia. La prima sconfitta rossoblĂą (2-0) è datata 1 aprile 1906 in campo neutro a Milano, ripetizione della gara sospesa il 18 marzo a causa di un’invasione di campo (la prima della storia!) dovuta a un battibecco tra un giocatore genoano ed uno spettatore. Negli anni pionieristici ricordiamo il 4-0 juventino del 17 aprile 1911 e poi tante vittorie genoane. La prima fu il 2-0 a tavolino del 6 marzo 1910: sul 2-2 al 68’ viene concesso un calcio di rigore al Genoa, e la Juventus decide di ritirarsi. Poi ci fu il 5-1 del 15 ottobre dello stesso anno con tripletta di Comte e reti di Stocker e Repetto. Curiosa la storia dello svizzero Charles Comte: quella fu la partita del suo esordio ma con il Genoa giocò solo 3 partite segnando ben cinque reti. L’anno dopo passò poi alla Juventus con cui giocò 5 partite e segnò una rete. Negli anni successivi fu dapprima allenatore e poi corrispondente da Ginevra per il “Secolo XIX”. Altra vittoria genoana il 3 maggio 1914: 4-2 con tripletta dell’inglese John Grant autore di ben 41 gol in due stagioni. Roboante anche il 5-2 del 21 febbraio 1915 – anno del settimo scudetto rossoblĂą – con tre reti del grande Aristodemo Santamaria. Dopo la prima guerra mondiale segnaliamo il 3-2 bianconero del maggio 1920, l’1-1 dell’aprile ’23 (pareggio di Ettore Leale a due minuti dal termine) nell’anno dell’ottavo tricolore dei record quando il Genoa concluse la stagione da imbattuto in 28 partite disputate. L’anno successivo (stagione del nono scudetto) il Genoa ottenne addirittura la vittoria per 2-0 a tavolino a causa dell’irregolaritĂ  nel tesseramento del terzino bianconera Rosetta (autore anche di uno dei due gol nel 2-1 juventino ottenuto sul campo). Negli anni del quinquennio juventino solo delusioni a Torino culminate con il clamoroso 8-1 del 19 novembre 1933, stagione della prima retrocessione rossoblĂą.

Ottimo pareggio nel 1936/37 (anno della prima Coppa Italia conquistata): 2-2 con rete definitiva di Mario Perazzolo all’89’. Splendida la vittoria per 2-1 del 21 novembre 1937 con gol dell’uruguagio Figliola e di Bruno Arcari all’85’ a ribaltare il vantaggio iniziale bianconero di De Filippis.

Nel dopoguerra il Genoa raccoglie quasi sempre delusioni. Disfatte incredibili come l’1-6 del 26 febbraio 1950 (di Pellicari su rigore la marcatura genoana), lo 0-7 del marzo ’65, lo 0-4 del 31 ottobre ’93 (Baggio tripletta) sconfitte sfortunate come il 3-4 del 7 giugno 1959 (John Charles scatenato con una doppietta), lo 0-4 del novembre ’77 (sbloccata solo al 23’ della ripresa con una carambola di Tardelli. Anche autoreti di Ogliari e Onofri e grave infortunio al centravanti Di Giovanni procurato da Gentile e stiramenti di Damiani che resta stoicamente in campo), lo 0-1 del 21 marzo ’82 deciso da un’autorete di Faccenda, lo 0-1 del 14 febbraio ’93 (nella ripresa gol vincente di Ravanelli appena entrato) o pareggi importanti come lo 0-0 del 12 gennaio 1964, l’1-1 del 25 febbraio 1990 (Juve raggiunta grazie all’autorete del mancato genoano Alejnikov) e l’1-1 del 18 dicembre 1994 grazie al gol fantasma di Galante all’88’.

 

Francesco Patrone

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