Ricordo di un “centravanti tascabile” Gigi Marulla

Correva l’estate 1985, un dollaro veniva cambiato per 2200 lire, il sovietico Bubka  saltava con l’asta i 6 metri. Si teneva a Londra il Live Aid, megaconcerto benefico per l’ Etiopia. La radio trasmetteva il motivo dei tedeschi T.X.T. “Girl’s got a brand new toy”, il nostro Raf cantava ancora in inglese: I don’t want […]


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Correva l’estate 1985, un dollaro veniva cambiato per 2200 lire, il sovietico Bubka  saltava con l’asta i 6 metri. Si teneva a Londra il Live Aid, megaconcerto benefico per l’ Etiopia. La radio trasmetteva il motivo dei tedeschi T.X.T. “Girl’s got a brand new toy”, il nostro Raf cantava ancora in inglese: I don’t want to lose you. Il Festivalbar venne vinto dai Righeira col tormentone che va ancora di moda nella Gradinata nord: “L’estate sta finendo”.

L’estate 1985, in chiave rossoblu, in B, fu quella del passaggio di proprietà tra il contestatissimo Renzo Fossati (che lasciò in eredità per l’anno successivo il libero Bini) con Aldo Spinelli, autentica potenza imprenditoriale del porto. Spinelli acquistò due giocatori del Campobasso: lo stopper Angelo Trevisan e l’attaccante Oscar Tacchi.

In tono minore, sulla stampa, venne dato l’acquisto del centravanti del Cosenza Luigi Marulla detto Gigi. Nel derby cittadino di calciomercato la Sampdoria rispose con l’acquisto del catanzarese Pino Lorenzo. Entrambi di origini calabre, il blucerchiato fu oscurato dalla presenza di Vialli e Mancini.

Sin dalle prime amichevoli estive il ventitrenne Marulla, capelli e carnagione scuri, si mise in evidenza a suon di gol: piccolo di statura, pronto ai guizzi in area di rigore, dal tiro secco e preciso, divenne un idolo dei genoani.

Gigi si presentò al Ferraris (vecchio) in un match di Coppa Italia con il Milan, preceduto da sontuosi fuochi artificiali, siglando il gol del 2-2 al 90° nella maniera più inaspettata: con una girata di testa a seguito di un calcio d’angolo. In campionato il Genoa, allenato da Burgnich non riuscì ad entrare nel gruppo dei pretendenti alla promozione, stazionò in un amorfo centroclassifica. Marulla segnò il primo gol alla terza giornata con il Palermo. Reti che furono 7 a termine del campionato.

Riconfermato anche per il 1986-87, Marulla castigò nuovamente il Milan: nel torneo estivo Columbus Cup (con Sampdoria battuta la serata precedente ai rigori e gli argentini del Argentinos Jr.). Il gol fu d’antologia: fuga di Cipriani sulla sinistra, palla a Marulla che si liberò perentoriamente di Maldini e con un preciso rasoterra battè Giovanni Galli.

Il Grifone, allenato da Attilio Perotti tentò la salita nella serie regina. Marulla centravanti titolare ebbe come patner d’attacco Cipriani o talvolta l’anziano ma sempre valido Ambu. La squadra era questa: Cervone, Torrente (o Testoni), Policano, Scanziani, Trevisan, Chiappino, Rotella (o Mileti ), Eranio, Marulla, Domini (o Luperto), Cipriani (o Ambu).

A dicembre la squadra era terza in classifica, Marulla aveva segnato 8 gol e si dividè il primato dei bomber col pascarese Rebonato e il tarantino De Vitis. Nel girone di ritorno, Marulla, complice un infortunio e uno scadimento di forma non si ripetè: solo tre gol tra i quali quello a Cagliari. In Sardegna il grifone andò in vantaggio con Scanziani al quarto d’ora e un predominio della squadra di Perotti. Al 37′ a seguito di una punizione di Domini, Gigi con un acrobatica mezza rovesciata freddò il portiere Dore. Nel secondo tempo complice l’infortunio del metronomo Domini, i rossoblu subirono il pareggio per 2-2.

Il Genoa arrivato all’ultima giornata al terzo posto, perse partita e promozione sul neutro di Lecce (squadra salentina in lotta per la promozione in A come i rossoblu) dal Taranto (in zona retrocessione) per 3-0. Inutili furono le recriminazioni post gara sulla direzione di Lo Bello e sulla scelta del campo.

Presupposto per il 1987-88 fu la promozione in A: squadra affidata a Gigi Simoni mago delle promozioni; acquistati Briaschi (per far da coppia in attacco con Marulla) e Caricola dalla Juventus. Dalle floride speranze alle cocenti delusioni il passo fu breve: la squadra non ingranò e si assestò nei bassifondi della classifica.

Marulla segnò il primo gol ad ottobre alla quarta di campionato, fu suo il provvisorio vantaggio in quel di Taranto, incontro vinto per 2-1. Nel girone di andata segnò altri due gol: entrambi a Marassi: col Bari (coi galletti corsari per 3-2) e nell’inguardabile partita col Barletta terminata sul 1-1. Il pareggio con il Modena nell’ultima di andata costò la panchina a Simoni. Ritornò Perotti, col Grifone al penultimo posto in calassifica.

Il buon Attilio esordì battendo l’Arezzo con gol di Gigi: slalom sulla sinistra di Di Carlo, traversone basso e Marulla pronto ad insaccare. La vittoria con l’Arezzo e la sucessiva a Padova furono un fuoco di paglia: il Grifone stazionò sempre nei inferi della classifica. Un pò di ossigeno lo dette il Messina di Scoglio (in odore della prossima venuta al Genoa). Dopo il primo tempo conclusosi sul 1-1 con i gol di Ambu e Totò Schillaci; Marulla portò avanti i rossoblu: tiro di Chiappino respinto dal portiere Nieri e inzuccata vincente di Gigi. Fu Di Carlo a siglare il 3-1 finale.

Seguirono solo sconfitte e pareggi che portarono il Genoa a giocarsi la penultima con il Piacenza a Marassi le ultime residue speranze di salvezza. Il Genoa si portò avanti già al ‘5: da uno scambio Gentilini – Di Carlo, Marulla buciò la difesa piacentina e mise la sfera nel sacco. A dieci minuti dal termine il dramma, con il pareggio di Tomasoni (risultato che condannava il Genoa in C). Ad otto minuti dal termine arrivò il sospirato gol della vittoria, fu di Gentilini a sfuttare al meglio una punizione di Briaschi.

Nell ultima di campionato il Genoa andò a far visita al Modena (in bagarre con Genoa e Barletta per la retrocessione) coi uomini di Perotti attadatati di un punto sulle concorrenti e costretti a vincere. In uno stadio Braglia colorato di rossoblu il Genoa fu corsaro: segnò Di Carlo su rigore, replicato dal penalty del canarino ma futuro rossoblu Masolini. Ancora avanti con Scanziani e a suggellare la vittoria fu Briaschi in contropiede all’ultimo minuto: 3-1 e Genoa miracolosamente salvo.

Nell’estate 1988 ci fu la rivoluzione voluta da Spinelli, Sogliano e dal Professor Scoglio: venne scelta come coppia d’attacco il piccolo e guizzante Nappi e il filiforme Fontolan, con Briaschi confermato. Non ci fu più spazio per Ambu e per Marulla. Il Genoa di Scoglio tornò immediatamente in serie A; non fu così per Gigi che non riuscì mai a giocare nella serie regina.

Marulla lasciò il grifone per giocare un anno ad Avellino, per poi tornare a casa nella sua Cosenza. Li terminò la sua carriera, divenne calvo per poi intrapendere la carriera di allenatore delle giovanili.

Fino a quel maledetto bicchiere d’acqua gelata dell’altra domenica, che lo porta a far compagnia a Franco Rotella. Nel cielo sopra la Nord, Franco farà gli assist per Gigi prontamente insaccherà in rete.

Ciao Gigi. 

Marco Montaruli

Per gentile concessione dell’autore

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