Quando “Dustin” Antonelli decise una partita in cui il Cesena fallì due calci di rigore

Domenica 10 ottobre 1982 il Genoa, sempre sconfitto negli incontri di campionato in casa (0-3 contro la Fiorentina e 0-1 contro l’Hellas Verona) ed imbattuto in trasferta (0-0 contro l’Ascoli e 1-1 contro il Torino), scese in campo al “Dino Manuzzi” di Cesena alla ricerca del primo successo stagionale in partite ufficiali (in Coppa Italia […]


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Domenica 10 ottobre 1982 il Genoa, sempre sconfitto negli incontri di campionato in casa (0-3 contro la Fiorentina e 0-1 contro l’Hellas Verona) ed imbattuto in trasferta (0-0 contro l’Ascoli e 1-1 contro il Torino), scese in campo al “Dino Manuzzi” di Cesena alla ricerca del primo successo stagionale in partite ufficiali (in Coppa Italia aveva concluso all’ultimo posto il girone eliminatorio con due pareggi e tre sconfitte). Al termine di un incontro drammatico a «pagare la decima» al Grifone furono i bianconeri romagnoli, che, invece, fino a quel momento avevano perso solamente sul campo dei campioni d’Italia della Juventus per 0-2, vinto, eccettuato lo 0-0 con il Pisa all’esordio in Campionato, tutti gli incontri ufficiali tra le mura amiche (2-0 all’Arezzo e al Catanzaro in Coppa Italia e all’Avellino in Campionato) e colto due successi esterni in Coppa Italia (3-2 alla Cremonese e 3-1 alla Paganese).

Il Genoa, che per porre rimedio alla preoccupante situazione in cui si trovava aveva appena acquistato dal Napoli Paolo Benedetti, dal Bologna Giuliano Fiorini e dalla Lazio Fernando «Nando» Viola (nessuno dei quali in campo o in panchina), costruì quasi tutte le azioni importanti nell’avvio dell’incontro (poi si sarebbe fatto vivo solamente al 13’ della ripresa con uno spunto di Pasquale Iachini, che tirò addosso al portiere dei padroni di casa Angelo Recchi): al 2’ Roberto «Dustin» Antonelli sr., il quale meno di cinque mesi prima aveva segnato nell’altra porta il goal che per qualche minuto aveva mantenuto in Serie A il Milan e condannato alla retrocessione il Genoa (poi salvatosi a spese dei rossoneri grazie alla famosa rete di Mario «Marietto» Faccenda a Napoli) con una spettacolare rete «alla Mortensen», finalizzò con un tiro di destro in giravolta da 14 metri, che si infilò nell’angolino basso destro, un’azione sul settore di destra iniziata dall’olandese Johannes Wilhelmus «Jan» Peters e proseguita da Iachini con un cross; al 6’ Massimo Briaschi I mandò con un colpo di testa il pallone sopra la traversa e all’8 il portiere cesenate si prese una piccola rivincita su Antonelli sr., anticipandolo in uscita. Per il resto, fu un monologo dei padroni di casa, che diventò assedio nel 2° tempo. All’8’ il signor Pierluigi Pairetto sr. ravvisò gli estremi per la concessione di un calcio di rigore agli uomini di Bruno «Maciste» Bolchi in un «affossamento» operato da Vincenzo «Enzo» Romano II su Oliviero Garlini sr., che cercava di intervenire su un cross. Venendo meno alla regola non scritta del calcio che vuole che chi ha subito il fallo sanzionato con la massima punizione non batta il calcio di rigore, l’attaccante cesenate si assunse la responsabilità della trasformazione, che fallì, tirando alla destra del portiere italo-jugoslavo Silvano «Beara» Martina, il quale, muovendosi prima – come era vietato dal regolamento dell’epoca –, riuscì a respingere il tiro. Poi ci furono due tentativi del forte attaccante austriaco Walter Schachner (fermato alla stessa maniera del suo compagno di reparto dal dischetto nell’incontro casalingo del precedente campionato, terminato 1-1, dall’estremo difensore genoano): al 15’ il suo tiro in corsa finì fuori di un paio di metri alla destra della porta genoana e al 33’ si vide ribattere la conclusione dall’ottimo portiere di Sarajevo. All’ultimo minuto ci fu un’azione che vide protagonisti due giocatori subentrati: il cesenate Corrado Benedetti (che a metà ripresa aveva preso il posto di Giancarlo Oddi) e il genoano Alessandro Chiodini I (che aveva rilevato Romano II al 18’ del 2° tempo), autore di una deviazione di dubbia volontarietà con un braccio di un tiro scoccato tiro dal primo.

Claudio Onofri, di cui si vociferava un mai avvenuto passaggio al Bologna con ritorno al Genoa di Maurizio «Ramon» Turone sr., in segno di protesta contro la decisione dell’arbitro gettò a terrà la fascia di capitano, senza che il suo gesto subisse alcuna sanzione. Sul dischetto si presentò quello che nelle gerarchie modificate dai giocatori della squadra di casa all’inizio della ripresa era il primo rigorista del Cesena, Ruben Buriani. Il giocatore riuscì a spiazzare Martina, gettatosi sulla sua sinistra, ma il suo tiro uscì alla destra del palo della porta del Genoa, che poté così finalmente festeggiare la sua prima vittoria stagionale. 

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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