Pareggio con tante luci a San Siro per il Genoa

Contro il Milan è stata la consacrazione per Gilardino per quello che è riuscito a creare, a motivare, e, soprattutto, a capire di calcio

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Piccola introduzione. La cosa che dà più fastidio, dopo la gara del Genoa a San Siro, generosissima e chiusa con un ottimo pareggio, è che molti vanno alla ricerca del pelo nell’uovo, criticando piccole discrepanze nella gara disputata dai rossoblù. E ancora più fastidio danno certe cronache che discutono a lungo più sui demeriti del Milan che sui meriti (notevoli) dei rossoblù.
Come se costoro avessero giocato una partita con una prestazione e un risultato positivi soltanto perché gli avversari erano scarsi. Invece è successo il contrario: i rossoneri dai nomi di lusso, i cui dirigenti avevano speso 12 milioni solo al mercato invernale, hanno finito malamente la gara, subendo tre gol e forse avrebbero meritato anche il quarto.
Dopo questa partita (ricordiamolo, al Grifone mancavano cinque nomi importanti: Gudmundsson, Vitinha, Messias, Malinovskyi e Bani) ancora una volta viene da chiedersi come sia stato possibile far trascorrere tanto tempo prima di riconfermare Gilardino. Non si è capito subito quanto questo allenatore sia importante per il Genoa, al di là della sua crescita, per quello che è riuscito a creare, a motivare, a capire di calcio come pochi?
Il Milan è stato affrontato con la solita massima attenzione, dopo pochi minuti dall’inizio i rossoblù erano già 1-0 (gol su rigore di Retegui), hanno sfiorato il secondo gol, non hanno sfruttato altre occasioni, poi certo qualche smagliatura è incorsa, qualche errore sulle palle inattive, ma nell’insieme la prestazione è stata di buon livello.
Avreste detto che fra il Milan secondo in classifica e il Genoa correvano 28 punti di differenza? E allora perché quei “nasino all’insù” hanno espresso perplessità davanti ai 43 punti splendidamente conquistati dal Grifone?
La gara poteva anche vedere vincitori i rossoblù, anche se alla fine il risultato è giusto e i grifoni hanno, in un certo senso, riscattato quell’allucinante gol di mano con cui il Milan ha vinto nella gara d’andata, con l’indimenticabile Pulisic.

Thorsby Ekuban Genoa
Ekuban indica i tifosi a San Siro, lo accompagna Thorsby (foto di Genoa CFC Tanopress)

E ancora una volta sono saliti alla ribalta Vogliacco, sicuramente fra i migliori in campo, essendo considerato finora con qualche limite rispetto ai compagni, e Thorsby ancora una volta protagonista (questa volta non sulle palle alte) con la sua tradizionale “cattiveria”. E ancora il “vecchio” Badelj: guai se non dovesse essere confermato.
Sarà stato secondo i criticoni anche un Genoa con qualche pecca, ma non si era mai vista una squadra su un campo avverso, che a pochi minuti dalla fine, recuperi lo svantaggio e con caparbietà con la voglia di cercare il quarto gol.
Si è ormai capito che questa struttura creata da Gilardino ha ormai una sua consistenza e, guardando avanti, non si potrà che continuare a costruirla, mattone su mattone, piano dopo piano fino al tetto che, secondo previsioni, dovrebbe essere raggiunto tra tre anni.
La sensazione è che questa formazione abbia già una sua precisa fisionomia, sulla quale non si farà altro che darle ancora maggiore intensità, così da realizzare un’immagine il più possibile adeguata al prossimo campionato.
Un’ultima considerazione: pensate se al Meazza fossero scesi Gudmundsson e Messias e che cosa avrebbero potuto fare davanti a quegli enormi spazi offerti dagli intontiti milanisti…
Vittorio Sirianni

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.