La morale? Se segna Dzemaili il Grifone vince

Blerim Dzemaili nella sua carriera ha vinto molto, addirittura otto trofei disclocati tra Svizzera (la terra che l’ha cresciuto), Italia (la terra che l’ha lanciato come calciatore) e Turchia (la terra che rischiava d’inghiottirlo nel dimenticatoio). Ad agosto passa al Genoa in prestito dal Galatasaray, un acquisto poco evidenziato e pubblicizzato dalla stampa viste le […]


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Blerim Dzemaili nella sua carriera ha vinto molto, addirittura otto trofei disclocati tra Svizzera (la terra che l’ha cresciuto), Italia (la terra che l’ha lanciato come calciatore) e Turchia (la terra che rischiava d’inghiottirlo nel dimenticatoio). Ad agosto passa al Genoa in prestito dal Galatasaray, un acquisto poco evidenziato e pubblicizzato dalla stampa viste le sue capacità.

Blerim sa fare il centrocampista interditore, copre le azioni avversarie grazie alla forza muscolare che non manca mai. Ha impiegato circa un mese per entrare tra i titolari di Gasperini, quando c’è riuscito nessuno l’ha più messo in discussione.

Lo svizzero d’origini albanesi è il talismano del Grifone: quando segna, il Genoa vince. Sempre. Tre gol, tre vittorie e – soprattutto – nove punti. Marcature pesanti che valgono circa un quinto della classifica rossoblù.

Il primo timbro contro il Milan al Ferraris, una punizione deviata da Romagnoli che beffava Diego Lopez (1-0) e che ci portava a soprannominarlo amichevolmente Belin Dzemaili; il secondo gol nel momento più difficile della stagione rossoblù, a Bergamo dopo il derby d’andata perso, finiva 2-0 e Dzemaili sbloccava l’impasse. Dulcis in fundo, il tortellino emiliano che cucinava al Mapei Stadium contro il Sassuolo.

Dzemaili è importante, Dzemaili è fondamentale per il Genoa. Con il lui in campo il Grifone vola.

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