I corsi e ricorsi storici del Grifone nelle ultime sei giornate con Gasperini in panchina

Forse è azzardato ed irriverente scomodare Giambattista Vico, ma analizzando le ultime prestazioni del Vecchio Balordo tornano alla mente i “corsi e ricorsi storici” tanto cari al grande filosofo napoletano. “Lui”, il filosofo, non intendeva dire che la storia si ripete ma che l’uomo è sempre uguale a se stesso, pur nel cambiamento delle situazioni […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Forse è azzardato ed irriverente scomodare Giambattista Vico, ma analizzando le ultime prestazioni del Vecchio Balordo tornano alla mente i “corsi e ricorsi storici” tanto cari al grande filosofo napoletano. “Lui”, il filosofo, non intendeva dire che la storia si ripete ma che l’uomo è sempre uguale a se stesso, pur nel cambiamento delle situazioni e dei comportamenti storici. Per il Genoa pare invece che valga la prima accezione: la storia si ripete.

Il campionato, cinque giornate al termine, è ancora lungo; vero. Ma… chi ha ben presente la storia recente del Vecchio Balordo non può certamente non ricordare l’epilogo della stagione 2007/08, con il “vate” Giampiero Gasperini al timone dei rossoblu. Il Genoa, ormai salvo, disputò l’ultimo scampolo di stagione inanellando, dopo le vittorie su Torino e Siena, quattro sconfitte consecutive: in casa con l’Empoli (poi retrocesso), a Parma (anch’esso finì in Serie B), con la Lazio tra le mura amiche ed, infine, a Bergamo con l’Atalanta. E si giocò, di fatto, l’accesso alla zona Uefa dove andò, tra le altre, anche l’altra squadra cittadina. Il Genoa terminò la stagione al nono posto, a 48 punti, in condominio con i nerazzurri bergamaschi. Totale nelle ultime sei gare stagionali: due vittorie e quattro sconfitte.

Due anni dopo, stagione 2009/2010 sempre col “vate” di Grugliasco a sedere sulla panchina lato Nord, la musica non cambierà. Genoa salvo da diverse giornate (fine campionato “nuovamente” al nono posto, questa volta con 51 punti) e serie di “cadeaux” primaverili. Il ruolino di marcia nelle ultime sei gare ha visto, infatti, la sconfitta “esterna” nel Derby, la vittoria a Parma, la cessione delle armi alla Lazio al Tempio, i tre punti lasciati al Bari, la vittoria interna sul Milan e la sconfitta al Massimino di Catania. Anche in quella stagione l’altra squadra di Genova andò in Europa. Totale nelle ultime sei gare stagionali: due vittorie e quattro sconfitte. Con buona pace per Giambattista Vico.

E per la stagione in corso? Il solco pare che sia stato abbondantemente tracciato. Sono cambiati gli uomini, rispetto a “quei” campionati ma pare non stia cambiando l’andazzo, quasi ci sia in atto una sorta di “Ctrl C/Ctrl V” (copia/incolla): dopo un pari (Parma) ed una vittoria (Lazio) sono giunte inaspettate (ma quanto, in realtà?) tre “sberle” consecutive (Hellas, Milan e Torino); ed ancora mancano cinque gare e solo il dio sferico ad esagoni e pentagoni sa se sabato (contro il Cagliari del “corretto” Conti) arriverà la salvezza sancita dalla matematica.

Ecco quindi i “corsi e ricorsi storici” genoani: la musica forse si sta ripetendo o, quantomeno, è stato rispolverato lo spartito della vecchia “Siamo salvi, chissenefrega”, di Anonimo per l’interpretazione “Della Rosa”.

Intanto, per gli amanti delle statistiche, un valore numerico sul quale riflettere: stagione in corso, girone di andata, dopo quattordici gare (sei con Fabio Liverani e otto con il Gasp) il Genoa aveva incamerato 19 punti; girone di ritorno, stesso numero di match, il Grifone ha conquistato “solo” 16 punti, tre in meno.

Renzo Arbore direbbe: «Meditate gente, meditate».

Alfonso Magno

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.