Haps: «Mi ha aiutato la fede in Dio. Genova è come Rotterdam»

«Mister Gilardino mi ha dato fiducia quando mi sono rotto la caviglia»

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Ciano Haps dopo il grande gol segnato alla Reggiana in Coppa Italia (foto di Genoa CFC Tanopress)

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«Anche da neopromossa, abbiamo fatto una buona stagione. L’obiettivo è quasi raggiunto ma vogliamo dare il massimo e fare altri punti, non ci accontentiamo». Ridgeciano Haps ha le idee ben chiare: lo conferma nell’intervista rilasciata a Genova 24. Il terzino del Suriname aggiunge: «Negli ultimi due anni, Dio mi ha aiutato a superare certe difficoltà: sono cristiano e la fede per me è molto importante. Anche mister Gilardino mi è stato vicino: l’anno scorso, quando mi sono rotto la caviglia, mi ha supportato e dato fiducia dicendomi che mi avrebbe aspettato».

«Il Genoa è un po’ cambiato rispetto alla scorsa stagione. Siamo uniti, cerchiamo di fare sempre squadra: anche quando mangiamo a mensa cerchiamo di metterci al tavolo sempre con compagni diversi, per non fare gruppetti, ma creare un unico grande gruppo. Questa è la nostra forza» spiega “Ciano” Haps.

«Genova è come Rotterdam: lo stadio, i tifosi sono come in Olanda e per questo mi sento ancora di più a casa. Amo il pesto e la focaccia ma non la puccio nel cappuccino (ride, ndr). Il numero 55? È stato il mio primo numero in Italia e da lì ho sempre scelto quello. È un doppio 5, il mio numero preferito che uso in Nazionale. In Olanda, ho iniziato come ala destra ma poi un allenatore dell’Az Alkmaar un giorno mi disse (avevo 18 anni) che se volevo diventare professionista avrei dovuto scalare di qualche metro la mia posizione di partenza. E così sono diventato un terzino, ma che ama correre e spingersi in avanti. Sento ancora Advocaat, è stato molto importante per la mia crescita professionale» chiosa Haps.

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