Giovanni Porcella: «Gasperini avverte un’aria pesante nei confronti della squadra»

«Il tema della sfiducia lanciata da Gasperini è bello tosto, un bel problema». Il direttore di Primocanale Sport, Giovanni Porcella, descrive in un editoriale sul sito dell’emittente il clima difficile creatosi attorno alla squadra durante la gara di ieri contro l’Udinese. «Il tecnico del Genoa – prosegue Porcella – avverte un’aria pesante nei confronti di […]


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«Il tema della sfiducia lanciata da Gasperini è bello tosto, un bel problema». Il direttore di Primocanale Sport, Giovanni Porcella, descrive in un editoriale sul sito dell’emittente il clima difficile creatosi attorno alla squadra durante la gara di ieri contro l’Udinese. «Il tecnico del Genoa – prosegue Porcella – avverte un’aria pesante nei confronti di se stesso e dei giocatori. Inutile fare finta di niente, l’allenatore ha ragione». Il giornalista aggiunge a sostegno di questa tesi: «Basta guardare su alcuni siti, basta stare seduti un tempo vicino alla tribuna inferiore, il loggione nobile del Ferraris che in cambio del, noi paghiamo caro possiamo dire quello che vogliano, all’8’ del primo tempo con l’Udinese chiedevano la testa di Konate, fino a parlare di partita venduta dopo il 2-0 dei friulani. Una via crucis penosa ed imbarazzante che si è spenta al gol bellissimo di Konate per la rete che ha riaperto il match».

Tuttavia, sottolinea il giornalista, il gol dell’attaccante rossoblu «è stato colto quasi come iattura da parte dei franchi tiratori appollaiati pure in tribuna stampa. i guru dell’ “io l’avevo detto che era meglio Liverani”, sono stati mortificati ed erano senza parole, quanto quelli, tanti, che erano sbigottiti dall’aria da primavera araba che si avvertiva nei dintorni».

Porcella osserva che «al terzo gol friulano ad inizio ripresa non ci sono state scene di giubilo solo perché tutto è nato da un rigore contro il Genoa opinabile. Questo ha un po’ unito per amor di patria i contestatori, i vedovi degli allenatori passati e peraltro pure loro sbeffeggiati, questi sì a ragione, e grazie ad un tifo calorosissimo della nord e dei distinti la squadra del gasp sempre sotto corte marziale, ha dato il bianco facendo due gol e sfiorandone altrettanto. Nessuno ha fiatato neppure su Konate trattato nel complesso peggio di Papa Waigo, ricordate?  Spesso osannato al minimo scatto in avanti».

«Al termine di un match – si legge nell’editoriale – che col cuore non ha nulla, (il Genoa se rimonta ha solo grinta, ma basta!) perché c’è stata la tecnica di Fetfa la forza fisica del gruppo e le scelte dell’allenatore, quello che al 35’ del primo tempo era un emerito imbecille, che ha avuto le palle di schierare quattro attaccanti con cambi magari fortunati ma azzeccati che hanno steso anche l’arbitro Tagliavento propenso a far finire la gara diversamente dal 3-3».

Gran finale di Porcella sulle tensioni createsi tra alcune parti della tifoseria e la squadra. «Insomma il calcio fa parlare e tacere, d’accordo, è il bello di questo sport, ma sul tappeto ora c’è questo caso da non sottovalutare. trentuno punti non bastano, partite alla garibaldina neppure, dare fiducia a ragazzotti come Konate e Sturaro neppure. un gioco al massacro che può lasciare il segno. quello che evidentemente non è successo dopo due anni e mezzo a dir poco travagliati con salvezze raggiunte nelle ultime 48 ore della stagione. Farsene un ragione è dura, ma se si vuole di nuovo un replay, basta mandar via Gasperini e aspettare un attimo per riavere con sommo gaudio Malesani».

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