E’ triste sentir parlare di Ballardini in bilico

“Cercherò di evitare gli errori commessi”, ha promesso Preziosi nel dopo partita di Genoa – Inter, al termine dello 0-0 che è valso la salvezza al club rossoblù. Ci crediamo, senza dubbio. Certo, però, che fare il primo passo tornando a commettere lo stesso sbaglio di due anni fa, non è propriamente un buon inizio. […]


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“Cercherò di evitare gli errori commessi”, ha promesso Preziosi nel dopo partita di Genoa – Inter, al termine dello 0-0 che è valso la salvezza al club rossoblù. Ci crediamo, senza dubbio. Certo, però, che fare il primo passo tornando a commettere lo stesso sbaglio di due anni fa, non è propriamente un buon inizio. “Lo dissi anche l’anno scorso e poi abbiamo visto come è andata”, ha continuato. Ah, ecco. In effetti, se la prima cosa da fare è sollevare Ballardini dall’incarico di allenatore, il percorso futuro del Grifone sembra già tracciato sulle orme calcate in queste ultime stagioni.

Per ora sono voci, per carità. Ma si sa, prevenire è meglio che curare. Cacciare Ballardini, per la seconda volta, oltre ad essere un grave errore tecnico, costituirebbe soprattutto uno sgarbo non da poco per un professionista come il tecnico ravennate. Tornato al Genoa in una situazione di estrema emergenza, nonostante un addio che due anni fa non aveva certo gratificato il lavoro di restaurazione dopo la gestione di Gasperini, il “generale Balla” ha saputo andare oltre ad una questione personale per venire incontro a quella del Genoa. Un Genoa alla ricerca di una disperata salvezza, tolto frettolosamente dalle mani di Luigi De Canio e assegnato altrettanto frettolosamente a Gigi Delneri. Una situazione di gravità assoluta, la più negativa dal ritorno del Grifone nella massima serie. Uno spogliatoio in rotta di collisione, un ambiente deluso ed un orgoglio sotto la suola delle scarpe non hanno spaventato però Davide Ballardini. Lo stesso che, due anni fa, raccolta la pesante eredità di Gasperini, ha saputo guidare il Genoa ad una salvezza tranquilla e, soprattutto, ad un doppio successo nel derby che ha portato poi alla retrocessione dei cugini in B. Un trionfo. Un’impresa da immortalare in un monumento nella gloriosa storia del club più antico d’Italia. Un gran lavoro che, però, non aveva convinto appieno il presidente Preziosi, altrettanto deciso nell’affidare la squadra ad Alberto Malesani. Tutti, poi, ci ricordiamo come è andata a finire.

Gli errori che Preziosi ha ammesso di aver compiuto nascono tutti dal “peccato originale” di due stagioni fa. La mancata conferma a Ballardini ha portato ad altri due campionati travagliati, conclusi con altrettante salvezza strappate negli ultimi minuti. “Per quest’anno mi do un 4.5”, ha ammesso il Joker. Rimandato a settembre, quindi. O meglio a luglio e agosto, mesi fondamentali per costruire il Genoa che verrà. Cambiare è davvero la soluzione a tutti i mali? La storia (genoana) insegna il contrario. Proprio ora che Ballardini ha appena finito di prendere le misure ad un gruppo, per stessa ammissione di Preziosi, “da parte sinistra della classifica”. I nomi per il successore del ravennate non mancano: Zeman, garante dello spettacolo ma forse non il più affidabile per una stagione “tranquilla”, il sempreverde Gasperini, il rivale Sannino, che, nonostante un gran lavoro a Palermo, è retrocesso, ed un clamoroso ritorno di Gigi Delneri, dall’alto, o meglio, dal basso delle sue nove sconfitte consecutive sulla panchina rossoblù.

Attendibilità dei nomi a parte, è triste sentir parlare di Ballardini in bilico. Primo, perché dal punto di vista tecnico ha saputo confermare gli standard di due stagioni fa, arrivando addirittura a conquistare una salvezza che fino a qualche mese fa era vista come un’autentica chimera. Secondo, perché nel campo lavorativo, calcistico e non, ci vuole rispetto. Rispetto per un uomo serio, un professionista diventato beniamino di una tifoseria alla ricerca di personalità e nomi verso cui affezionarsi. L’idolo in casa c’è già. La squadra, con qualche dovuta conferma, pure. Il primo passo, quello decisivo, è già tracciato: starà a Preziosi decidere se continuare in una via già percorsa e affidabile o avventurarsi verso l’ignoto. Queste due stagioni, forse, avranno insegnato qualcosa.

Daniele Zanardi

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