Correva l’anno 2005: ad Alessandria fu interrotto dopo 27 minuti l’unico Genoa-Catanzaro di Coppa Italia

Era l’estate della retrocessione del Grifone in serie C decisa dalla giustizia sportiva e dello «scandalo dei bigliettini». I tifosi protestarono con lancio di mortaretti e la partita fu sospesa: i rossoblù furono sconfitti a tavolino

Torrente
Vincenzo Torrente (dalla pagina Facebook del club a lui intitolato a Savona)

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Domenica 10 settembre 1972 il Catanzaro sconfisse in casa 2-1 il Genoa in una partita valida per la quinta ed ultima giornata del IV Girone Eliminatorio della Coppa Italia. È quello l’unico precedente in quella competizione regolarmente portato a termine tra le due squadre, che si sarebbero nuovamente affrontate trentatré anni dopo in casa del Genoa in un incontro che venne programmato per ragioni di ordine pubblico a Taranto, poi spostato ad Alessandria e là sospeso domenica 7 agosto dopo che erano stati disputati solamente ventuno minuti di gioco.

Il Genoa si era classificato primo nel Campionato di Serie B 2004/2005, conquistando la promozione all’ultima giornata sabato 11 giugno 2005 in virtù di un successo casalingo per 3-2 sul Venezia. Quell’incontro venne giudicato oggetto di una «combine» da parte dalla Commissione Disciplinare della Lega Calcio, che martedì 26 luglio 2005 retrocesse all’ultimo posto con tre punti di penalizzazione nel successivo Campionato di Serie C1 il Genoa, con squalifica di cinque anni per responsabilità oggettiva al suo presidente Enrico «the Joker» Preziosi. La decisione suscitò la rivolta del Popolo Rossoblù, che, sentendosi ingiustamente privato del ritorno dopo dieci anni nella massima serie, organizzò a Genova manifestazioni di protesta, talora degenerate in episodi di violenza. Per tale motivo si decise di non far giocare al “Luigi Ferraris” la partita di Coppa Italia contro il Catanzaro. Nel frattempo era scoppiato «lo scandalo dei bigliettini»: venerdì 5 agosto durante il processo alla Corte d’Appello Federale un paio di giudici scrisse durante l’arringa difensiva dell’avv. Franco Coppi delle frasi insensate e delle altre dileggianti il lì presente presidente del Genoa, che le raccolse nel cestino dell’aula dove erano state gettate dopo essere state strappate e le ricompose. La sentenza che confermò la sentenza di primo grado venne emessa il giorno successivo alla partita Genoa-Catanzaro, disputata sul campo neutro del “Giuseppe Moccagatta” di Alessandria in un clima che non è difficile immaginare tutt’altro che sereno. In segno di protesta contro l’incresciosa situazione che si era venuta a determinare nei confronti del sodalizio rossoblù, venne deciso si non far scendere ad Alessandria la prima squadra rossoblù, che, allenata da Francesco Guidolin, si trovava nel ritiro precampionato ad Aymavilles, in Valle d’Aosta, ma di schierare la formazione Primavera sotto la guida del suo tecnico Vincenzo Torrente.

Per la partita, a cui assistettero circa duemila spettatori, tra cui circa un paio di centinaia di tifosi del Catanzaro, vennero mobilitati duecento agenti di polizia (alcuni dei quali in borghese), che, però, non furono capaci di impedire – nonostante l’abbigliamento estivo dei tifosi – l’introduzione nel recinto dello stadio di mortaretti e bengala che vennero lanciati copiosamente nell’area di rigore verso la quale il Genoa giovanile con atteggiamento intraprendente attaccava (il portiere degli ospiti, Emanuele Belardi, fu chiamato al lavoro al 4’) sottostante la Gradinata Nord occupata dai tifosi rossoblù. Dopo sei minuti di interruzione decretata al 21’ del primo tempo per cercare di calmare gli animi (Torrente andò a parlamentare con i tifosi, che gli gridarono che non volevano che l’incontro proseguisse) l’arbitro Paolo Dondarini di Finale Emilia sancì la fine della partita, mandando le due squadre negli spogliatoi, che la giovane formazione rossoblù raggiunse dopo aver raccolto l’applauso sei sostenitori genoani. Il comportamento collaborativo dell’allenatore e dei dirigenti del Genoa fece comminare una sola giornata di squalifica del campo (si giocò allo Stadio “Delle Alpi” di Torino la partita, terminata «a reti bianche», contro il Pizzighettone mercoledì 7 settembre 2005, in quello che fu il centododicesimo e più triste compleanno del Vecchio Grifone).

TABELLINO

Alessandria, domenica 7 agosto 2005, Stadio “Giuseppe Moccagatta”, ore 18:00

Genoa Catanzaro 0-3 (a tavolino per sospensione dell’incontro al 27’ del 1° T. con il risultato di 0-0) [Primo Turno Eliminatorio della Coppa Italia 2005/2006]

Arbitro: Dondarini [Finale Emilia (MO)]

Spettatori: Duemila circa

Genoa (4-4-2): 1 D. Russo; 2 A. Di Maio, 6 Panizzolo, 5 Borghese, 3 Ghomsi; 7 Feussi, 4 Magelli, 8 Colurcio, 11 Renzetti; 10 Volpara, 9 S. Mazzei. Allenatore: Torrente.

Catanzaro (4-4-2): 1 Belardi; 2 Zini, 5 D. De Simone, 6 L. Ceccarelli, 3 Pierotti; 11 Folino, 4 C. Miceli, 8 Calzi, 10 A. Morello; 7 Myrtai, 9 Corona. Allenatore: S. Buso.

Note: l’incontro viene giocato ad Alessandria, anziché a Genova, per ragioni di ordine pubblico; in Gradinata Nord i tifosi del Genoa espongono lo striscione LA GIUSTIZIA È UGUALE PER TUTTI; il Genoa in polemica con l’atteggiamento della giustizia federale che lo sta processando per l’incontro vinto in casa 3-2 con il Venezia sabato 11 giugno 2005, manda in campo la squadra Primavera guidata dal suo allenatore; vengono lanciati in campo dalla gradinata occupata dai tifosi rossoblù bengala al 1’, al 3’, al 19’ (in totale tre), un mortaretto al 6’ ed altri cinque bengala al 21’, che mettono a repentaglio l’incolumità dei giocatori, portando alla sospensione temporanea dell’incontro per sei minuti, durante i quali Torrente (G) cerca di calmare i tifosi, che gli gridano che avrebbero continuato il lancio in caso di ripresa della partita, come accade al 27’, quando dopo pochi secondi di gioco l’arbitro decreta la fine della stessa; i tifosi rossoblù applaudono i giocatori del Genoa e continuano a rivolgere cori di insulto al presidente della F.I.G.C. Carraro; due giorni dopo il Giudice Sportivo, Laudi, sanziona la sconfitta a tavolino per 0-3 e una giornata di squalifica del campo per il Genoa

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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