120 Anni di Genoa – Paolo Campigli: «Quella volta che Brera scrisse “Maledetti vi amerò”»

Riceviamo dal collega Paolo Campigli e pubblichiamo “Maledetti vi amerò”! Con questo titolo oltre trent’anni fa il grande giornalista genoano Gianni Brera, apriva un articolo in prima pagina sul SECOLO XIX. Erano le ore della vigilia dell’ennesima drammatica partita Modena-Genoa, nella quale il Vecchio Balordo si sarebbe giocato uno scontro salvezza per non retrocedere in […]


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Riceviamo dal collega Paolo Campigli e pubblichiamo

“Maledetti vi amerò”! Con questo titolo oltre trent’anni fa il grande giornalista genoano Gianni Brera, apriva un articolo in prima pagina sul SECOLO XIX.

Erano le ore della vigilia dell’ennesima drammatica partita Modena-Genoa, nella quale il Vecchio Balordo si sarebbe giocato uno scontro salvezza per non retrocedere in serie “C”. Ci salvammo!

Questa frase è rimasta scolpita nella mente di tutti i genoani non più giovani. E come magia tramandata anche a quelli che venuti dopo, amano, soffrono e tifano per questi magici colori.

Penserete possa essere assurdo oggi, nel giorno del 120° compleanno della Prima Squadra di calcio d’Italia, ricordare queste cose. Son certo che per quasi tutti i veri pellerossoblù non sia così: l’importante è sempre quello che si ha dentro il cuore, e noi ce lo abbiamo. Una cosa inspiegabile per tutti gli altri ma non per un genoano vero: un sentimento quel “vi amerò” che vale da sempre. E che da sempre va oltre una vittoria, una sconfitta, una retrocessione.

Questo si ripete da centoventi anni ogni “maledetta” domenica, ad ogni preparazione estiva, durante qualunque periodo di calciomercato ecc. Noi siamo così e fieri di esserlo… continuiamo e continueremo ad andare avanti solo in questo modo. Le parole “auguri”, “buon compleanno Genoa”, sono limitative. Dovute, ma che purtroppo non esprimono tutto quello che c’è dentro, quello che è stato e quello che sarà. Poi come tifosi qualunque, certo che vorremmo vincere tutti di derby, il campionato (e quindi la tanto agognata “stella”), la Champions League, la Coppa Intercontinentale e via così.

Ma per fortuna c’è dell’altro che nessuno come i tifosi genoani ha: la testardaggine, la perseveranza, la fede, l’orgoglio indelebile. Niente e alcunché mai potrà cambiare tutto questo. Ci sono presunti “tifosi” che in una partita in casa se perdono per tre a zero svuotano gli spalti: noi no! cantiamo, e se possibile molto più forte di prima del calcio d’inizio.

Queste cose, come non si possono insegnare e sono inspiegabili, ci fanno sentire diversi da tutti gli altri: per fortuna una misera volta dove il termine “diverso” deve essere letto in modo positivo. Ineguagliabili, commoventi, morbosamente innamorati fino allo stremo. La fierezza di sentirsi genoano è già tanta roba! Certo che non siamo decubertiani, anche noi vorremmo magari vincere qualcosa, ma questi sentimenti ci consolano. Il mio grande amico Pippo Spagnolo dice sempre: “non mi interessa sapere in che campionato gioca il Genoa, ditemi solo quando e a che ora…” Se questo non rende l’idea vuol dire non essere genoani, o essere genoani “tiepidi” (ammesso che esistano dei genoani tiepidi…)

Molti di noi hanno il vezzo di dire: ringrazio Dio di avermi fatto genoano. Beh io dico ringrazio mio nonno e mio padre! A parte il fatto di mischiare il sacro col profano…, credo che Dio non si occupi di queste cose… altrimenti avremmo quattro stelle sulla maglia. Anche se un sospetto ce l’ho! Visto che lui sta dalla parte degli ultimi (in mero riferimento solo ai risultati), penso sia genoano! Come il nostro don Andrea Gallo, Faber e tanti altri. In questo giorno quindi mi sento di abbracciare tutti, dalla Nord a quelli lontani, a quelli che ogni domenica dal terzo anello urlano con noi. Per questo “buon compleanno” mi sembra veramente poco: meglio un “GRAZIE DI ESISTERE” e di farti amare da centoventi anni caro nostro Vecchio Grifo.

Paolo Campigli

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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