Buon compleanno Ferraris: 105 anni ben portati

Lo Stadio Luigi Ferraris compie 105 anni. Venne infatti inaugurato il 22 gennaio 1911 in occasione di un Genoa-Inter. Seguiamo la dettagliata storia tratta da Wikipedia. Il Ferraris è anche colloquialmente noto come stadio Marassi, dal nome del quartiere dove sorge, ma a differenza di altri storici impianti italiani, questa non è mai stata la denominazione ufficiale […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Lo Stadio Luigi Ferraris compie 105 anni. Venne infatti inaugurato il 22 gennaio 1911 in occasione di un Genoa-Inter. Seguiamo la dettagliata storia tratta da Wikipedia.

Il Ferraris è anche colloquialmente noto come stadio Marassi, dal nome del quartiere dove sorge, ma a differenza di altri storici impianti italiani, questa non è mai stata la denominazione ufficiale dello stadio genovese.

L’inizio dell’edificazione dello stadio è incerta, ma generalmente viene scelto come giorno simbolico il 10 luglio 1910. In questa data il presidente del Genoa Edoardo Pasteur accettò la proposta del marchese Musso Piantelli, socio della giovane compagine anglo-italiana, di costruire un campo da calcio all’interno del galoppatoio situato nel terreno di sua proprietà nel complesso della Villa Centurione Musso Piantelli, residenza cinquecentesca tuttora esistente a ridosso dell’ingresso dei Distinti.

Il 22 gennaio 1911 in occasione della partita tra Genoa ed Internazionale lo stadio venne ufficialmente inaugurato con il nome di Campo di Via del Piano. Il nuovo terreno di gioco sorgeva perpendicolare al vicino torrente Bisagno ed era adiacente parallelamente alla più antica Cajenna, il campo sportivo dei cugini dell’Andrea Doria che dal 1902 disputavano i loro incontri sull’infuocato campo di Marassi. I due campi da gioco erano separati da uno steccato per il quale il Genoa riceveva dai cugini dell’Andrea Doria 1.000 lire di indennizzo più 200 lire annuali per la manutenzione.

Lo Stadio Luigi Ferraris allora Campo di Via del Piano durante la prima partita Genoa-Internazionale il 22 gennaio 1911, è visibile intorno al campo il galoppatoio che verrà demolito nel 1926 e le due tribune con la copertura.

Alla fine del 1926 la Cajenna fu dichiarata inagibile dai gerarchi genovesi, che con questo atto volevano costringere la società doriana a non opporsi a future scelte di fusioni, come fatto in precedenza per una ventilata fusione con il Genoa, ostacolando così le politiche di regime che puntavano a ridurre a due le squadre delle grandi città. Il Genoa quindi, con il favore del regime, sfruttò l’occasione e, dopo una riunione alla presenza dei rappresentanti dell’Andrea Doria e dei gerarchi, pagò l’Andrea Doria con un indennizzo di 20.000 lire (comprensive, però, del trasferimento del portiere Manlio Bacigalupo) ed entrò in possesso del terreno. Sul campo utilizzato fino ad allora dalla formazione bianco-blu, si decise di costruire una nuova tribuna situata a nord del campo, quella che negli anni sarebbe diventata curiosamente la sede del tifo più caldo della tifoseria genoana.

I lavori per ingrandire lo Stadio di Via del Piano furono terminati soltanto sul finire del 1932. Il 1º gennaio 1933 venne inaugurato il nuovo stadio e con l’occasione venne intitolato a Luigi Ferraris, capitano della squadra del Genoa, caduto durante la prima guerra mondiale. Durante la cerimonia di intitolazione dello stadio fu sotterrata, in prossimità della porta di gioco situata sotto la Gradinata Nord, la sua medaglia d’argento al valor militare.

Biglietteria dello stadio nel 1928, la biglietteria venne costruita nel 1926 ed è tuttora l’unica parte rimanente del vecchio stadio dopo i successivi lavori di rifacimento.

Il Luigi Ferraris con i nuovi lavori divenne uno degli stadi più moderni dell’epoca, passando dalla capienza iniziale di 20.000 unità ad una nuova di ben 30.000 spettatori. Per questo motivo fu scelto per ospitare il 27 maggio del 1934 la partita dei mondiali tra Spagna e Brasile terminata 3 a 1. Per il Ferraris il record di spettatori in una partita di campionato appartiene al derby Genoa-Sampdoria 1-1 del 28 novembre 1982, quando si registrarono 57.815 spettatori più circa 2.000 non paganti. Il record assoluto di spettatori si registrò invece in occasione dell’incontro Italia-Portogallo del 27 febbraio 1949, con più di 60.000 presenze.

Nel 1979 il Comune di Genova, con una solenne cerimonia, interrò nel terreno di gioco una medaglia d’oro che il “Guerin Sportivo” aveva fatto fare, e donato, al portiere del Genoa Giovanni De Prà a ricordo della prestazione “eroica” nella partita disputata dalla nazionale italiana contro la Spagna. Ad oggi, però, non si sa che fine abbia fatto la medaglia dopo la completa sostituzione del terreno di gioco nel 1989 per via dei lavori di rifacimento dell’impianto, in vista dei mondiali di calcio di Italia ’90.

Lo stadio tra il 1911 e il 1926 con il galoppatoio e La Cajenna.

In occasione di tale evento lo stadio fu, settore dopo settore, demolito e ricostruito su progetto dell’architetto Vittorio Gregotti, il quale però non entusiasmò i tifosi rossoblucerchiati che avrebbero preferito un restauro del vecchio stadio alla demolizione e ricostruzione. Per consentire alla Sampdoria e al Genoa di poter continuare a giocare le partite casalinghe a Marassi, i lavori furono eseguiti “per singoli settori” e durarono ben due anni e due mesi (dal luglio del 1987 al settembre del 1989). Questa scelta, dati i gravi ritardi nel terminare i lavori, fu molto criticata dalla dirigenza della Sampdoria, che in quegli anni si ritrovò a partecipare alle maggiori competizioni italiane ed europee con uno stadio dimezzato ed un terreno di gioco che faceva già rimpiangere ai tifosi il prato a schiena d’asino del vecchio Ferraris

Del vecchio stadio rimase soltanto l’ingresso della Tribuna. Per il resto il nuovo Ferraris si presentava come un moderno stadio “all’inglese”, con gli spalti a ridosso del campo che potevano ospitare poco più di 40.000 spettatori. Lo stadio fu dotato di due maxi-schermi; i settori ospiti vennero costruiti nei Parterre, le parti inferiori delle Gradinate che non erano coperti dalla tettoia e di fronte alla Tribuna venne costruito un gazebo adibito a sala stampa per i Mondiali di Italia ’90.

Lo stadio, fu teatro di alcune premiazioni di una parte di trofei vinti dalla Sampdoria, come la Coppa Italia 1984-1985 e quella del 1993-1994, la Supercoppa italiana 1991 e i festeggiamenti per la conquista matematica dello Scudetto 1990-1991, mentre curiosamente il Genoa ha festeggiato al Ferraris, soltanto una Coppa delle Alpi (in finale contro il Grenoble), alcune Coppe pionieristiche, e alcuni Trofei estivi, vincendo invece i suoi primi 6 titoli nazionali in altri impianti, il settimo scudetto invece fu assegnato dopo la fine della Grande Guerra, l’ottavo fu vinto a Roma contro la Lazio e il nono a Torre Annunziata contro il Savoia (nelle rispettive gare di ritorno delle finalissime), la Coppa Italia a Firenze contro la Roma, il Torneo FrancoItaliano a Milano in finale contro il Milan, la seconda Coppa delle Alpi a Berna, in Svizzera, contro il Catania, il Torneo AngloItaliano a Wembley contro il Port Vale.

In seguito il Ferraris subì piccole, ma continue modifiche che lo portarono ad essere come lo si può ammirare odiernamente. Il gazebo, costoso da mantenere e praticamente inutilizzato, fu eliminato; i tifosi ospiti vennero spostati nelle gabbie poste ai due lati estremi della Tribuna, adiacenti alle due Gradinate (gabbia lato Nord nelle partite casalinghe della Sampdoria, gabbia lato Sud nella partite casalinghe del Genoa); la capienza, in seguito all’inserimento di nuovi seggiolini per l’adeguamento ai parametri UEFA imposta per rendere possibile la partecipazione della Sampdoria alla Coppa UEFA nella stagione 2005-06 fu ridotta a poco più di 38.000 unità; capienza che si ridusse ulteriormente per l’installazione di nuovi seggiolini e per l’eliminazione delle prime file per essere in regola con le norme di visibilità e sicurezza obbligatorie per la partecipazione della Sampdoria alla UEFA Champions League del 2010–11, scongiurando l’ipotesi di dover giocare le proprie partite fuori da Genova.

Un derby della Lanterna della stagione 1976-1977. S’intravede il settore Distinti del vecchio stadio (ancora senza copertura) con, sullo sfondo, i caseggiati di Marassi.

Nel 2001 si ebbe l’installazione di grate d’acciaio e tornelli nel perimetro esterno dello stadio, per permettere il regolare svolgimento delle gare nel rispetto delle nuove linee guida di sicurezza imposte dalle leggi (decreto Amato) vigenti in Italia.

I nuclei caldi delle due tifoserie di Genova risiedono storicamente nelle due gradinate: la Nord per i tifosi rossoblu e la Sud per i tifosi blucerchiati.

Lo stadio tra gli anni ’20 e ’30.

Il 28 aprile 2004 Roberto Baggio ha giocato nello stadio l’ultima partita con la nazionale contro la Spagna che si è conclusa 1-1 con i gol di Christian Vieri e di Fernando Torres.

Il 28 maggio 2011 è stata celebrata una festa per i cento anni dello stadio organizzato dal club genoano “Figgi do Zena” e per festeggiare il centenario si è giocata la partita tra nazionale stilisti e ex giocatori genoani.

Il 29 febbraio 2012 al Ferraris viene disputata una amichevole contro gli Stati Uniti in vista degli Europei di calcio di Polonia e Ucraina finita 0-1 a favore degli statunitensi grazie a un goal di Dempsey che porta quindi per la prima volta la formazione statunitense a battere l’Italia

Nicola Morosini

(Testo raccolto da Wikipedia)

 

14 maggio 1911: l’inaugurazione

C’è un nuovo stadio, lo ha fatto il Genoa

Domenica 14 alle ore 15 precise si svolgerà un importantissimo incontro di foot-ball tra la 1.a squadra del Genoa Club e la 1.a dell’F.B.C. Piemonte sul campo del Genoa Cricket a Marassi in via del Piano. L’incontro avrà una particolare importanza anche perché verrà giuocato sul nuovo terreno che il Genoa Cricket in poco meno di un mese seppe allestire, infatti possiede due elegantissime tribune, alle spalle del Bisagno, completamente riparate dal sole, e potrà contenere al suo interno ben 25.000 spettatori: un campo veramente magnifico e dotato di tutte le comodità. Alla squadra del Piemonte che tanto si distinse in queste ultime partite vincendo l’Andrea Doria, toccherà di giuocare per la prima volta sul nuovo campo.

Il Secolo XIX, 13 maggio 1911

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.