“Gli va dato atto che ha avuto il coraggio di rifiutare il Bayern Monaco”. In un’intervista a Mondopallone.it Simone Braglia, ex portiere del Genoa ed eroe nella gara contro il Liverpool in Coppa Uefa nel 1992, parla delle scelte svolte da Mattia Perin. “Premetto sempre – prosegue – che è un onore vestire la maglia del Genoa, però credo che abbia commesso un grosso errore. Potersi allenare anche una sola stagione con Guardiola e il suo staff (il massimo, direi) avrebbe potuto rappresentare un’esperienza altamente formativa e un trampolino di lancio unico per lui. Spero non si sia montato la testa con la convocazione al Mondiale brasiliano…”.
Braglia dà la sua opinione anche su come il calcio italiano può uscire dalla crisi attuale: “Dobbiamo ripartire dai ragazzini italiani dei settori giovanili e delle scuole, dobbiamo tornare a insegnare il calcio. Da qualche tempo in una scuola privata di Como sto conducendo, assieme a ex giocatori come Pietro Vierchowod, un progetto mirato all’insegnamento dei valori insiti in ogni disciplina agonistica: i bambini devono capire che lo sport è scuola di vita, ancor di più che un manuale o un libro”.
Braglia conclude sul suo futuro: “Non saprei come risponderle: l’attuale presidente mi fece fare l’ultimo ritiro della carriera in piena solitudine ai tempi del Como. Poi passarono quattro anni, il tempo lenì le ferite ed Enrico Preziosi si dimostrò il gentiluomo qual è (fui io a consigliargli la rilevazione del Genoa). Per questi colori che non ho mai smesso d’amare tornerei volentieri, di corsa: però non come uno strumento ma come una risorsa”.
