COSA VA/COSA NON VA: Punto agrodolce. De Maio non brilla, Pavoletti troppo isolato

Ancora una volta bisogna parlare di un Genoa a due facce: spigliato e ordinato nel primo tempo, confusionario e senza idee nel secondo. Il Verona dopo lo svantaggio, arrivato su un calcio di punizione di Suso carambolato sulla schiena di Coppola, non si è perso d’animo e con la forza della disperazione è riuscito a […]


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Ancora una volta bisogna parlare di un Genoa a due facce: spigliato e ordinato nel primo tempo, confusionario e senza idee nel secondo. Il Verona dopo lo svantaggio, arrivato su un calcio di punizione di Suso carambolato sulla schiena di Coppola, non si è perso d’animo e con la forza della disperazione è riuscito a conquistare il pari con Pazzini servito da Ionita dopo una disattenzione di De Maio. Nei primi quarantacinque minuti il grifone non è stato abbastanza bravo a chiudere i conti, nonostante un netto dominio territoriale, per poi rischiare la capitolazione nel corso della ripresa, ma due ottimi interventi di Perin hanno salvato il risultato e concesso ai rossoblu di portare a casa un punto “dal sapore agrodolce” utile in chiave salvezza.

Cosa va

Il Genoa ottiene il terzo risultato utile consecutivo. Il tipico gioco brillante di Gasperini ancora non si vede, ma alcuni automatismi iniziano a intravedersi

Cerci e Suso portano imprevedibilità alla manovra offensiva. Cerci in particolare possiede la caratteristica che manca ai suoi compagni di reparto: la bravura nell’accentrarsi per poi calciare a rete.

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Cosa non va

Il netto possesso palla del primo tempo non ha portato a pericoli rilevanti per la porta di Coppola. È vero che il Verona ha giocato riverso nella propria metà campo, ma il Genoa sembrava non avere idee a ridosso degli ultimi venti metri

La difesa non ha brillato, l’assenza di Burdisso si è sentita. De Maio incerto, Munoz (autore di una gara discreta) è sembrato troppo macchinoso.

Riccardo Cabona

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