Nel 1920 Luigin Burlando esordisce in Nazionale

Nel 1920 Luigin Burlando (ancora con i colori dell’Andrea Doria) fa il suo esordio in Nazionale contro la Norvegia (verrà battuta dall’Italia per 2-1) a fianco del genoano Sardi (qui al suo settimo incontro nazionale), autore della prima delle due reti azzurre. La partita è valida per le eliminatorie alle Olimpiadi di Anversa, alle quali […]


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Nel 1920 Luigin Burlando (ancora con i colori dell’Andrea Doria) fa il suo esordio in Nazionale contro la Norvegia (verrà battuta dall’Italia per 2-1) a fianco del genoano Sardi (qui al suo settimo incontro nazionale), autore della prima delle due reti azzurre.

La partita è valida per le eliminatorie alle Olimpiadi di Anversa, alle quali Burlando partecipa anche come elemento della Nazionale di Pallanuoto, disputando un incontro a poche ore di distanza dalla partita di calcio.

Luigin Burlando, nato a Genova il 23 gennaio 1899, è un autentico monumento del calcio genovese e italiano. E’ ricordato soprattutto come elemento centrale della mediana del grandissimo Genoa degli anni 20 (Barbieri, Burlando, Leale) ma ha i suoi natali sportivi, e non solo calcistici, nel piccolo club Audace di Genova, dove gioca mezzala destra.

Passato all’Andrea Doria, fa il suo esordio in prima squadra a 16 anni, ricoprendo vari ruoli a centrocampo e all’attacco, finchè nell’estate del ’21 viene acquistato dal Genoa, dove prima di lui si erano trasferiti diversi altri giocatori doriani (il portiere Marchetti e gli attaccanti Sardi, Santamaria e Costella).

Burlando è un atleta completo e, con i colori biancoblu, si disimpegna ad alto livello anche in altre discipline: oltre alla pallanuoto, la scherma con il bastone e la boxe francese.

Soprannominato ‘uomo di ferro’ o ‘moto perpetuo’, è il perno della difesa del Genoa degli ultimi due scudetti, il centromediano metodista, l’invalicabile pivot dell’area rossoblu che sa però anche come spingersi all’attacco quando le circostanze lo richiedono.Sotto la bandiera del vecchio Cricket rimarrà non solo come giocatore per 11 campionati (dal 1921 al 1932), ma anche come allenatore della prima squadra (per alcuni mesi tra il ’31 e il ’32) e soprattutto della giovanile, con la quale nel 1942 vincerà un titolo nazionale.

Il direttore tecnico Vittorio Pozzo lo vuole al suo fianco nella Nazionale che conquisterà ben due titoli mondiali nel 1934 e nel 1938.

In un’intervista degli anni 60, Pozzo lo ricordò con queste parole: “E’ l’immagine della schiettezza, della lealtà e della sincerità. Mai avuto un aiutante simile in vita mia: mi capisce, mi interpreta e mi aiuta a creare nella squadra quell’ambiente di comprensione, di intesa, di fraternità che sta alla base dei nostri successi”.

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