Mister Malesani ci informa che ci vorranno ancora 5-6 partite per trovare la quadratura della squadra, e ci ricorda che le sue squadre normalmente partono con il freno a mano tirato. Mi chiedo: sarà forse perché il tecnico sceglie di non organizzare amichevole estive? Possibile che il Genoa abbia giocato in cinquanta giorni di preparazione solo 2 amichevoli, peraltro contro squadre lontane dalla Serie A?
Va bene la teoria della pratica, ma non è essenziale la pratica della teoria?
Come può una squadra imparare a conoscersi, ad aiutarsi, a gestire gli episodi, a variare il tema tattico in corso d’opera, senza confrontarsi contro avversari veri?
Prepararsi al campionato solo con partitelle in famiglia equivale a imparare a giocare a calcio tirando il pallone contro il muro.
Aggiungiamo che è sempre molto difficile incontrare le neopromosse a inizio campionato. Anche Siena e Novara ieri sono andate a punti.
Il Grifone ha quindi logicamente pagato l’impatto contro una matricolata motivatissima e più preparata.
Ultima riflessione. Salvo in pieno il più massacrato dai giornali, Birsa. Questi ha avuto l’intelligenza agonistica di rimediare a un suo errore “spendendo” un cartellino rosso che ha salvato il risultato. Non a caso ha giocato più partite vere dei compagni di squadra.
Malesani, oltre a cercare la quadra del cerchio, deciderà nelle prossime cinque partite il proprio destino. Se il Genoa dovesse fallire, dopo la proibitiva visita alla Lazio, gli incontri casalinghi con Catania e Lecce, intervallati dalla doppia trasferta di Verona e Parma, il cambio di guida tecnica sarà logico oltreché auspicato.
Entro un mese i primi giudizi motivati.
Per ora aspettiamo.
Federico Santini
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