Tutti i precedenti di Genoa-Bari (a cura della Fondazione)

Il Genoa ha affrontato in casa il Bari trentotto volte a livello di Campionato (più una per la Coppa del Presidente della F.I.G.C.) e tre a livello di Coppa Italia. Il bilancio è favorevole al Genoa a tutti i livelli. Nella massima serie i rossoblù hanno vinto quattordici incontri, ne hanno pareggiati cinque e perso […]


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Il Genoa ha affrontato in casa il Bari trentotto volte a livello di Campionato (più una per la Coppa del Presidente della F.I.G.C.) e tre a livello di Coppa Italia. Il bilancio è favorevole al Genoa a tutti i livelli.

Nella massima serie i rossoblù hanno vinto quattordici incontri, ne hanno pareggiati cinque e perso uno, segnando 46 reti e subendone 14 e a livello di Serie B hanno ottenuto otto vittorie, nove pareggi e una sconfitta, segnando 15 reti e subendone 4 (a tale bilancio va aggiunta la vittoria per 4-0 nella finale di ritorno, con cui il Genova 1893 ribaltò lo 0-1 subito all’andata, della Coppa del Presidente della F.I.G.C., che venne conquistata dalla società ligure, messa in palio per le prime classificate nei due gironi della Divisione Nazionale B del Campionato Italiano 1934/1935). In Coppa Italia il Genoa ha vinto due incontri e ne ha pareggiato uno, segnando 7 reti e subendone 1.

Domenica 23 giugno 1935 Genoa-Bari 4-0 La Coppa del Presidente della Federazione Italiana Giuoco del Calcio, messa in palio dal generale Giorgio Vaccaro per le vincitrici dei due gironi della Divisione Nazionale B. aveva visto la domenica precedente nell’incontro d’andata disputatosi allo “Stadio della Vittoria” di Bari i padroni di casa vittoriosi per 1-0. Il Genova 1893, quindi, per aggiudicarsi il trofeo doveva vincere al ritorno con due reti di scarto. Al 19’ del 1° tempo l’argentino Juán Manuel Esposto, su calcio d’angolo battuto da Umberto Ferrari II, anticipò di testa due avversari, portando in vantaggio i rossoblù. Nella parte centrale della ripresa i padroni di casa chiusero a loro favore la questione. Al 14’, su cross di Amilcare Gilardoni, Giuseppe Scategni segnò la classica «rete dell’ex», indirizzando con la testa il pallone nell’angolo destro della porta difesa da Alferio Cubi. Al 22’ un’azione da manuale fu alla base della terza rete: Ermelindo «Lino» Bonilauri passò il pallone all’italo-argentino Julio Libonatti, che lo indirizzò sulla destra per Renzo Gobbi, il quale bruciò sullo scatto i difensori avversari ed effettuò quasi dalla linea di fondo un passaggio all’indietro per l’accorrente Ferrari II, la cui conclusione risultò vincente. Al 28’ Amilcare Gilardoni diede la palla a Scategni, che, dopo aver triangolato con Ferrari II ed aver dribblato sulla sinistra un paio di avversari, batté da pochi metri Cupi per la quarta volta e personalmente per la seconda. A cinque minuti dal termine l’attaccante del Bari Luigi Ferrero lambì il palo con la sua battuta di un calcio di rigore, generosamente concesso dall’arbitro Renato Gianni di Pisa per un fallo da lui subito da parte dell’argentino Juán Francisco «el negro» Pratto.

Domenica 27 maggio 1973 Genoa-Bari 1-0 Dopo l’inopinata sconfitta interna (l’unica in tutto il Campionato) della domenica precedente contro il Brindisi (0-1) il Genoa ebbe la possibilità di rimettersi in moto per la conquista della promozione (poi ottenuta con il primo posto) in Serie A con un’altra partita, nuovamente casalinga, con un’altra formazione pugliese, il Bari, impegnato nella lotta per la salvezza. Al 29’ del 1° tempo venne segnata l’unica rete dell’incontro: su corner battuto da Attilio Perotti, la torre di Antonio «Tony» Bordon favorì la deviazione al volo da distanza ravvicinata di Sidio Corradi, a cui non poté opporsi Giampaolo Merciai. Due episodi, entrambi accaduti nella ripresa, furono i fatti salienti nel resto dell’incontro: al 17’ un salvataggio sulla linea di Alberto Benini su tiro di Arduino Sigarini (l’ala destra barese, dopo aver superato parecchi avversari, aveva scavalcato con la sua conclusione Giuseppe «Bibi» Spalazzi, il grande ex dell’incontro) e al 34’ un clamoroso fallo di Pierluigi Consonni su Bordon in procinto di segnare non sanzionato con la massima punizione dal signor Alberto Michelotti di Parma. Con trepidazione i quarantamila spettatori (cinquemila dei quali erano ragazzi invitati gratuitamente per sostenere il Genoa) seguirono con le radioline a transistor i risultati degli incontri di Foggia (con i satanelli inopinatamente sconfitti per 0-2 dal poi retrocesso Mantova) e di Arezzo (successo per 1-0 dei padroni di casa sul Catania): quei due risultati favorevoli al Genoa gli ridiedero il primo posto solitario e, soprattutto, gli consentirono di avere sei punti di vantaggio sulla quarta in classifica (che al termine di quella XXXV giornata vedeva nei «quartieri alti» il Genoa in testa con 48 punti, con due lunghezze di vantaggio su Cesena e Foggia e sei su Catania ed Ascoli), quanti ce n’erano ancora in palio fino al termine del Campionato. Per una promozione in Serie A attesa da otto anni bastava un punto, che sarebbe arrivato la domenica successiva con il pareggio per 1-1 a Monza.

Domenica 2 aprile 1995 Genoa-Bari 1-1 Un Genoa impegnato nella lotta per la salvezza (poi non ottenuta per lo Spareggio perso contro il Padova 5-6 dopo i calci di rigore a Firenze il 10 giugno 1995) non riuscì ad avere la meglio sul Bari anch’esso in precarie condizioni di classifica, ma, comunque, in grado, alla fine del Campionato di evitare la retrocessione in Serie B. Inizialmente la gara si era messa bene per i padroni di casa, che al 15’ del 1° tempo passarono in vantaggio con un diagonale dalla sinistra di Roberto «Roby» Onorati, il quale aveva ricevuto il pallone dall’olandese-canadese Johannes «Johnny il bello» Van’t Schip, abile ad impossessarsene, sfruttando un errato disimpegno barese. Dopo che al 41’ del 1° tempo il signor Livio Bazzoli di Trento aveva discutibilmente annullato al ceco Tomas «Fisico» Skuhravy una rete di testa per carica al portiere Alberto «Jimmy» Fontana, il Bari riuscì a pareggiare al 17’ della ripresa con un calcio di rigore concesso per fallo di Gianluca Signorini su Paolo Annoni II e trasformato da Sandro «il Cobra» Tovalieri.

Stefano Massa

(responsabile scientifico per gli studi sulla storia del Genoa per la Fondazione Genoa 1893) 

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