Alfredo Pedullà : «La tessera del tifoso è morta, ma è come se non fosse mai nata»

«La tessera del tifoso è morta, ma è come se non fosse mai nata». Lo afferma il giornalista Alfredo Pedullà nel suo editoriale odierno su Tuttomercatoweb.com. «Salernitana-Nocerina – prosegue il giornalista – non ha fatto che certificare una situazione fin troppo chiara. Pensavano di risolvere il problema con un pugno di noccioline. La tessera del tifoso, […]


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«La tessera del tifoso è morta, ma è come se non fosse mai nata». Lo afferma il giornalista Alfredo Pedullà nel suo editoriale odierno su Tuttomercatoweb.com. «Salernitana-Nocerina – prosegue il giornalista – non ha fatto che certificare una situazione fin troppo chiara. Pensavano di risolvere il problema con un pugno di noccioline. La tessera del tifoso, appunto. Quando poi al primo problema serio da risolvere, derby sentito, se ne sono lavati le mani senza troppi scrupoli. Hai la tessera? Bene, resti a casa. Quello che è successo dopo (le minacce ai giocatori della Nocerina) di sicuro appartiene al museo degli orrori. Ma se mi dicono che con la tessera del tifoso ho la sicurezza di assistere anche agli eventi più a rischio, così deve essere. Ora dovrebbero essere sollevati dall’incarico tutti quelli che avevano spinto simile svolta, con certezze assolute. E ha ragione da vendere l’illuminato Malagò, presidente del Coni, quando dice che la responsabilità è anche e soprattutto della Lega Pro. La stessa Lega Pro governata da 120 anni (troppi? Per i danni procurati siamo lì) da Mario Macalli, il ragioniere. Lo stesso celebrato a lungo anche da giornalisti di presunto spessore nazionale che oggi si scandalizzano se qualcuno dice (sbagliando) che la Lega Pro andrebbe abolita. “Viva Macalli, bravo Macalli, bella idea di Macalli”. Mai una critica, mai un’osservazione, mai un’inchiesta sui veri mali dell’ex serie C. Il giornalismo di comodo che distrugge ciò che resta del calcio. Se siamo messi così la colpa è di chi anziché denunciare e scrivere ha chiuso gli occhi per e sempre. Al motto “viva Macalli”: siamo ridotti proprio male».

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