E la Nord inventò il “ballo del Balla” a ritmo di di “Samba Rafinha”

Genova, 16 febbraio 2011, stadio “Luigi Ferraris” di Marassi, ore 18.30. Cronaca di un pomeriggio da derby, di un’apoteosi rossoblù. Il Genoa in campo dà l’anima, i genoani fanno lo stesso sugli spalti, unendosi in un abbraccio unico con Marco Rossi e compagni. In quel quarto di stadio, composto dalla Gradinata Nord, Settore 5 e […]


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Genova, 16 febbraio 2011, stadio “Luigi Ferraris” di Marassi, ore 18.30. Cronaca di un pomeriggio da derby, di un’apoteosi rossoblù. Il Genoa in campo dà l’anima, i genoani fanno lo stesso sugli spalti, unendosi in un abbraccio unico con Marco Rossi e compagni.

In quel quarto di stadio, composto dalla Gradinata Nord, Settore 5 e parte dei distinti, i Grifoni al seguito soffrono, gioiscono e cantano sulle note di quell’unico ed infinito amore, che si chiama Genoa.

MURO ROSSOBLÙ – Le squadre alle soglie del campo, sotto il tunnel degli spogliatoi, si preparano a fare il loro ingresso in campo. In Gradinata Nord il popolo rossoblù si prepara a erigere un vero “muro”, dipinto coi colori del Genoa. Sul secondo anello della Gradinata viene srotolato quel telone che di derby ne ha visti: una croce di San Giorgio in campo bianco, bandiera di Genova, con la scritta “Genoa 1893” che svetta sul braccio più lungo della croce. Sotto si accendono i fumogeni e una coltre rossoblù si alza. Una coreografia semplice, quasi in stile anni ’80, ma efficace: davanti ai “cugini” si para letteralmente un muro, tutto rossoblù, che appare invalicabile, non solo per chi guarda, ma anche per chi sta in campo. Testimone la partenza a mille del Genoa.

PRIMA, DURANTE… – Solitamente, in occasione delle sfide casalinghe del Grifone, il Settore 5 è destinato ai “Children”, ma a ospitare la centotreesima stracittadina è la Sampdoria, quindi la Gabbia accanto alla Nord è destinata ad altri tifosi del Grifo.

Ad accompagnare in campo Milanetto e soci ci pensano i Figgi do Zena, che colorano l’anello sopraelevato con tanti fogli brillanti che compongono la mitica cromatura genoana.

L’intervallo, poi, porta con se un’altra coreografia. Anche in questo caso, un po’ come per lo spettacolo offerto dalla Nord, c’è un pizzico di revival: “telonata” bianca, scritta in rossoblù “Ideale Ultras”, che calando scopre uno sventolio di bandierine. E la mente vola, torna indietro, al derby della stagione ’89-’90, quando un sipario marchiato “Un cuore grande così” svelò un mare di piccoli vessilli rossoblù. Quella volta andò male, s’impose la Samp. Per gli amanti della cabala (e tra i genoani ce ne sono molti) la bordata di Rafinha ha abbattuto un altro tabù e non solo il malcapitato Curci.

Sulla balaustra uno striscione, a bande orizzontali rossoblù, con scritta bianca in corsivo “La tradizione continua…”.

…E DOPO – La tradizione, appunto. Quella rossoblù prosegue, giorno dopo giorno. Quella dei derby, cominciata dall’inzuccata di Milito, il sette dicembre del 2008, riprende: il Grifo torna a vincere la stracittadina. In campo e sugli spalti si esulta: Eduardo è incontenibile, prende sulle spalle il brasiliano numero 18, portandolo in trionfo al cospetto del popolo rossoblù, che lo acclama e acclama tutti, Ballardini compreso.

In campo e sugli spalti si balla: per la precisione a ritmo di “Samba Rafinha”, il nuovo ballo, il ballo del “Balla”, che ha puntato su di lui fin dal primo minuto. Insomma, un po’ di danza verdeoro dopo lo spagnolo “porompomero”, che ha scandito vari tratti della gara.

La festa continua, se dall’altra parte dello stadio c’è chi si affretta a lasciare il “Ferraris”, in Gradinata Nord c’è voglia di prolungare la festa, l’apoteosi. «Sosteniamo la squadra più forte che il mondo ha visto mai» canta la mitica Nord, che si alza all’unisono, si siede, lo ripete e si rialza. Non sarà la squadra più forte del mondo, questo Genoa, ma sicuramente è una formazione che questo pomeriggio ha messo in campo tutti i valori, tutte quelle doti, che la gente di Genova chiede. E questo, a chi è genoano, basta.

Fabio Aronica

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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