Riprendiamo questa lettera pubblicata lo scorso 23 agosto dal quotidiano “La Repubblica” riguardante una situazione paradossale denunciata da un tifoso genoano.
Sono un genovese di 54 anni: dopo 15 anni di assenza dai nostri stadi di calcio dietro richiesta di mio figlio di 10 anni, che risiede ad Alessandria, decido di portarlo a vedere per la prima volta la squadra del nostro cuore. Vado dal tabacchino autorizzato con i due documenti di identità, obbligatori per la emissione dei biglietti e…sorpresa: mio figlio di 10 anni non può andare allo stadio in quanto la partita Genoa-Roma è a rischio e i biglietti si vendono solo ai residenti in Liguria. Suggerimento di amici ed esperti: «Vacci lo stesso che tuo figlio passa». Io sarò fatto male, ma non accetto il consiglio e non andrò allo stadio. Da non credere: siamo nel 2009 in uno dei paesi più civili del mondo. Poi ho dovuto spiegarlo a mio figlio. Qualcuno lo vuole spiegare a me per favore?
Piero Garbarino – GENOVA