Perin 7: Tiene in piedi le flebili speranze di un Genoa presentatosi all’Olimpico come vittima sacrificale: le sue parate e le sue uscite su Klose e compagni hanno lo stesso valore, se non più alto, delle reti di Kucka e Gilardino. Determinante.
Antonini 6: più incerto rispetto alle precedenti apparizioni, patisce i movimenti senza palla dei biancocelesti durante l’assedio della prima parte di gara. E’ più attento nel secondo tempo, quando il Genoa riesce a distendersi più frequentemente nella metà campo avversaria.
Portanova 6.5: lasciata da parte la fede calcistica biancoceleste, il capitano del Genoa non fa sconti a Klose e compagni guidando un reparto messo a dura prova dal continuo assedio laziale.
Manfredini 6.5: si sacrifica sull’intero fronte difensivo, immolandosi spesso e volentieri in area di rigore per respingere le continue iniziative capitoline. Missione compiuta.
Marchese 6: subisce l’atteggiamento rinunciatario del Genoa, avanzando con il fardello della preoccupazione di non lasciare troppo scoperta la sua fascia. (1′ st Fetfatzidis 7: un po’ come Achille nella guerra di Troia, l’ingresso del “piè veloce” rossoblù ribalta le sorti di quella che sembrava una disfatta annunciata. Un affondo qua e un’infilata là, e la vittoria è servita. Epico)
Biondini 6: tenendo la sua posizione bassa sulla destra, ricopre quasi tre ruoli. E’ terzino quando avanza la Lazio, centrocampista se il gioco è sulla sinistra e fascia non appena il pallone arriva sulla corsia di destra. Incauto sul rigore non dato su Candreva, viene graziato da Tommasi.
Matuzalem 6.5: presenza costante del centrocampo, si fa sentire sia in fase di palleggio che d’interdizione in uno scenario tutt’altro accogliente come l’Olimpico. Prende per mano la squadra, portandola in salvo da quello che nei primi minuti sembrava un vero inferno. Virgilio.
Cofie 6: più in ombra rispetto ai compagni, si prodiga per interrompere la trama biancoceleste ottenendo risultati più soddisfacenti nella ripresa. Deve lavorare sulla velocità.
Kucka 6.5: la sua rete è il risultato dell’ordine tattico imposto da Gasperini durante l’intervallo. Si riscatta da un primo tempo anonimo, trasmettendo energia e concretezza nella ripresa. La rete dell’1-0 è una grossa iniezione di fiducia per il trattore rossoblù. (22′ st De Maio 6.5: entra per rinforzare la linea Maginot issata da Gasperini per proteggere il risultato. Efficace)
Antonelli 6.5: pesce fuor d’acqua nel primo tempo, squalo nella ripresa. Basta farlo partire qualche metro più indietro per poter avvalersi della sua corsa disarmante. Due facce.
Gilardino 6.5: Oltre a mettere in cassaforte il successo dell’Olimpico, sorpassa Boninsegna firmando la sua 164° rete in Serie A. Quando il gol è qualcosa in più di un calcio ad un pallone. Leggenda. (32′ st Konatè sv: dà la staffetta all’attaccante biellese e aiuta i compagni nel finale)
L’allenatore – Gasperini 6.5: una media tra la piena insufficienza del primo tempo e l’audacia messa in campo nella ripresa. La formazione titolare dell’Olimpico sembra ricalcare le orme del Genoa visto sette giorni fa a Torino: Gasp questa volta ha il merito di cambiare in corsa e di farlo in maniera più che efficace. L’ingresso di Fetfa e lo spostamento di Antonelli verso zone a lui più famigliari riportano il Grifone sulla strada giusta per fare propria la gara: le reti di Kucka e Gilardino gli hanno dato ragione. Veni, vidi, vici.
Daniele Zanardi
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