ESCLUSIVA PIANETAGENOA – Ricorso della Procura sul calcioscommesse, l'avvocato Grassani: «Nessun elemento nuovo, il Genoa può stare tranquillo»

Il legale (che difende anche Milanetto) ha esaminato le impugnazioni di Palazzi: «Appena due paginette dedicate al Genoa. Di inedito solo circostanze vecchie e per nulla dimostrative di comportamenti fraudolenti». Processo e sentenza il 16 agosto


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Pianetagenoa 1893.net ha sentito in esclusiva l’avvocato del Genoa e di Milanetto, Mattia Grassani, subito dopo aver preso visione del ricorso presentato ieri dal Procuratore Federale, Stefano Palazzi, contro la sentenza della Commissione Disciplinare che tra, gli altri, ha prosciolto Milanetto e il Genoa dall’accusa di illecito per la partita Lazio-Genoa del maggio 2011. Ricordiamo che le richieste della Procura erano di tre anni e mezzo di squalifica per il giocatore e di tre punti di penalizzazione a carico del Genoa da scontare nel prossimo campionato. 

Avvocato Grassani ha appena letto le impugnazioni della Procura Federale. Il procuratore Palazzi, relativamente alla posizione di Milanetto e quindi del Genoa, ha in mano nuovi elementi che possano ribaltare la sentenza della Commissione Disciplinare? 

«Ho appena ricevuto il contenuto dell’appello del Procuratore Federale, che si compone di 36 pagine, e, dopo averlo letto una prima volta, posso dire che a Milanetto ed al Genoa sono state dedicate due pagine e mezzo. Non di più. All’impugnazione non sono state allegate nuove prove o elementi sconosciuti prima. Di inedito c’è solo la ricostruzione della comune carriera, di Mauri, Milanetto e Zamperini, quando militavano nel Modena, nei primi anni 2000. Ma sono circostanze vecchie di 10 anni e per nulla dimostrative di comportamenti fraudolenti. Altro, in buona sostanza, non c’è».    

Quindi ora cosa rischia il giocatore e soprattutto il Genoa? 

«Rispondendo in generale, ogni giudizio di appello si presenta incerto e non si deve sottovalutare nulla, ma, in questo caso, i rischi sono più che calcolati e ridotti ai minimi termini. Inoltre, la sentenza della Commissione Disciplinare Nazionale è puntuale e precisa nel motivare la totale estraneità di Milanetto e del club da qualsivoglia illecito. Il grande scoglio, a mio avviso insuperabile, per la Procura Federale, ai fini dell’accoglimento del ricorso, sarà quello di minare la credibilità della decisione di primo grado, logica, coerente e puntuale. Non è il caso di anticipare nessun verdetto ma la posizione del club e del giocatore è solida».    

Facendo gli scongiuri, si può dire che il Genoa può stare tranquillo?

«Sì, può stare tranquillo».

Ha avuto modo di parlare con i suoi assistiti? 

«Con il club sì, pochi minuti or sono, ma l’amministratore delegato Zarbano è tranquillo e la pensa esattamente come me. Il presidente è meglio lasciarlo stare, commenterà, se lo riterrà, a sentenza definitiva pubblicata. Milanetto l’ho sentito ieri sera, quando è arrivata l’ufficialità dell’appello, ed era incredulo, quasi senza parole, non vede l’ora che questo incubo finisca una volta per tutte». 

Alla luce di quello che ha letto oggi nel ricorso della Procura, cambierà la vostra linea difensiva?

«Non cambia di un millimetro, non abbiamo nulla da temere e/o da nascondere, lo ripeto, affronteremo anche l’appello a testa alta perché la pulizia e la trasparenza dei comportamenti di Milanetto e del Genoa sono più forti di ogni accusa. Ovviamente prenderemo posizione sulle specifiche motivazioni utilizzate dalla Procura Federale per chiedere la condanna del calciatore a 3 anni e mezzo di squalifica e di 3 punti di penalizzazione per il Genoa, ma, ripeto, di assi nella manica non ne sono stati giocati in questa secondo tempo della partita».

In virtù della sua esperienza è un vantaggio iniziare l’appello con una sentenza di proscioglimento in primo grado? Solitamente la Corte di Giustizia Federale tende a confermare le sentenze della Disciplinare? 

«Costituisce sicuramente un considerevole vantaggio affrontare l’appello da prosciolti, piuttosto che da condannati, ma, mai come in questo caso, a carico del giocatore non esiste lo straccio di un indizio, non dico di una prova, anche solo di un indizio riscontrato. Solo un sentito dire, smentito da Gegic, da parte di Gervasoni, personaggio senza credibilità, e la famosa storia delle celle, niente di più. Sono granitiche, invece, le prove da noi portate, ben quattro dichiarazioni giurate, accolte e valorizzate dalla Commissione Disciplinare Nazionale, secondo le quali Milanetto non ha mai abbandonato il ritiro nella fascia oraria in cui Zamperini e Iliewsky si trovavano ai Parioli». 

Sappiamo che il processo d’appello avrà inizio il 16 agosto. Pensa che avremo la sentenza già prima dell’inizio del campionato? 

«La sentenza di secondo grado è attesa per lo stesso giorno, cioè venerdì’ 16 agosto, quindi l’attesa sarà breve, molto breve». 

E dopo, quali gradi ci saranno ancora? 

«Non ci voglio nemmeno pensare, perché per me tutto deve finire con il pronunciamento della Corte di Giustizia Federale. In ogni caso, per la Procura Federale non esistono altri gradi, mentre se la decisione di secondo grado non ci dovesse soddisfare, ripeto, stiamo parlando di fantascienza, esiste il Tnas presso il Coni».

Non trova che il clima di questo giudizio di appello sia stato oltremodo “caricato” di responsabilità e tensioni dopo le dichiarazioni del Procuratore di Cremona Di Martino? 

«Effettivamente l’intervista del Procuratore di Cremona, pubblicata dalla Gazzetta dello Sport il giorno dei verdetti della Disciplinare, è stata inopportuna. Giustizia ordinaria e giustizia sportiva devono collaborare tra loro ma anche rispettarsi e accettare le rispettive pronunce perché sono autonome l’una dall’altra. Lo dice anche una legge dello Stato, la L.280/2003. Che un giudice parli di altri giudici è davvero antipatico e, soprattutto, quando l’iter è ancora in corso, rischia di creare aspettative sbagliate. La giustizia sportiva non è di Serie B rispetto a quella ordinaria, questo Di Martino lo deve capire: i componenti degli organi di giustizia sportiva sono valenti giuristi, magistrati, professori universitari e avvocati di primissimo piano che lavorano con serietà e dedizione, meritano la massima considerazione».     

Francesco Patrone

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

 

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.