ESCLUSIVA PIANETAGENOA – IGNAZIO ARCOLEO: «A Genova ho imparato i veri valori del calcio»

L'ex centrocampista rossoblù racconta al nostro giornale anche i suoi ricordi dello storico derby del 13 marzo 1977. E ringrazia il presidente Preziosi per un regalo speciale rivolto a quelli che hanno giocato nel Grifone


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Genova e Palermo, due città lontane, ma così vicine per le loro affinità: due porti di mare che vivono il calcio come una passione viscerale e smisurata per i colori delle loro squadre, rossoblù e rosanero. A Mondello, a pochi passi dal capoluogo siciliano, è nato e vive un allenatore (e prima ancora giocatore) che ama il calcio, e lo insegna ai bambini della Scuola Calcio Torre Mondello, e ha un motto: «Sempre forza Genoa e forza Palermo».

Stiamo parlando di Ignazio Arcoleo ex giocatore del Grifone e del Palermo, di cui è stato anche tecnico.

Per lui domani, 13 marzo, non sarà soltanto il giorno di Genoa – Palermo, la sua “partita del cuore”, ma anche la ricorrenza di una sfida molto speciale: Sampdoria – Genoa 1-2, una vittoria rossoblù in rimonta con i gol di Damiani e Pruzzo (dopo il vantaggio di Zecchini) che costò parecchio ai cugini blucerchiati, costretti alla retrocessione in serie B a fine stagione.

Quel giorno Arcoleo era in campo, a onorare la maglia di quel Grifone che non ha mai dimenticato. Neanche il Grifone si è mai dimenticato di lui, come racconta lo stesso allenatore: «Ci tengo a ringraziare pubblicamente il presidente Enrico Preziosi per il suo gesto nobile: ha voluto mandare a tutti gli ex giocatori del Genoa una tessera della squadra rossoblù, come invito perenne allo stadio “Ferraris”. Mi è arrivata a casa questa lettera, con l’invito di assistere alle partite del Genoa. Non capito spesso a Genova, sono impegnatissimo col Torre Mondello, ma di tanto in tanto vengo a trovare mio cognato, che abita lì. Ho grandi affetti da onorare a Genova». In esclusiva a Pianetagenoa1893.net, Ignazio Arcoleo ha raccontato tutto questo, del ricordo di quel derby e del suo amore per Genoa e Palermo, soffermandosi anche sul match di domani.

Ignazio Arcoleo, tra la ricorrenza di quel derby vinto e la sfida tra Genoa e Palermo, domani sarà proprio il suo giorno…

«Io ho sempre fatto il mio dovere per la maglia del Genoa. Quella è stata l’esperienza della mia vita. Nel Palermo ho cominciato a giocare, a Genova ho imparato i veri valori di questo sport».

Come mai proprio a Genova?

«Io ho allenato a lungo e sono un allenatore professionista. La cosa più bella di Genova è che la città ti accoglie a braccia aperte. Ci siamo sentiti tutti parte di integrante della città e del tessuto sociale. Quando scendevamo in campo sentivamo tutto lo spirito rappresentativo dei valori che la gente ci aveva trasmesso. Giocavamo per dare il massimo sotto l’aspetto dell’impegno. Ho ricevuto tanti insegnamenti nella mia esperienza a Genova».

Cosa ricorda di quel derby datato 13 marzo ’77?

«Per noi quello era il secondo derby della stagione. La cosa impressionante è che avevo i peli delle braccia e delle gambe irti, come gli animali che si preparano alla lotta. È stata un’autentica e leale battaglia con l’avversario che avevamo davanti. Io giocavo davanti alla difesa e la cosa che ricordo con maggiore frequenza erano gli interventi decisi, duri, ma comunque corretti e leali».

Chi marcava nell’occasione?

«Ci trovammo di fronte tra due uomini del sud: io e Pellegrino Valente. Lui è di Foggia, spesso ci trovavamo anche fuori dall’ambito calcistico insieme ad altri giocatori, come Marcello Lippi. Pellegrino era un mediano “alla Gattuso”, di quelli molto decisi. Anch’io ero molto deciso nel contrasto».

Come abbiamo già detto, domani sarà anche la volta della sua “partita del cuore”: Genoa – Palermo. Come vede questa sfida?

«Il Palermo è messo male: il questo momento non sta giocando come la squadra trascendentale che era fino a poco tempo fa. Da un mese a questa parte è in caduta libera e viene da cinque sconfitte di fila. Con l’arrivo di Cosmi la squadra ha cambiato modulo e non è in un momento di grazia. Il Genoa potrebbe approfittarne».

Pensa che i giocatori genoani riusciranno a superare il famigerato primo quarto d’ora della ripresa?

«Credo che quelli del Genoa abbiano fatto la necessaria esperienza. Ogni domenica scendono in campo sempre molto concentrati, poi è avvenuto questo “rilassamento” nell’intervallo. Penso che questa sia l’unica spiegazione che si può dare».

Genoa e Palermo sono due squadre di grandissimo valore. Chi potrebbe risolvere la partita?

«Secondo me la partita si può risolvere a centrocampo, dove ci sono giocatori come Rossi, ma anche Criscito e Mesto. Loro sono i giocatori più rappresentativi del Genoa, insieme a Milanetto, e giocano in questa parte del campo. Io credo che la partita si deciderà a centrocampo: chi riuscirà a imporre la maggiore intensità e il ritmo di gioco più alto avrà la meglio».

Da giocatore non ha mai vissuto questa sfida, ma da allenatore sì, per la precisione nelle stagioni ’95-’96 e ’96-’97, in serie B…

«L’ho vissuta tre volte da allenatore: il Genoa vinse 1-0 all’andata, il Palermo s’impose per 4-0 al ritorno, mentre nella stagione successiva, a Palermo, finì in parità».

Inoltre, nella prima delle tre sfide le due squadre si affrontarono da prime della classe: il Genoa era in testa, il Palermo secondo…

«È così, poi noi andammo in testa alla classifica. Il Genoa fece gol subito e il Palermo dominò la partita. Noi sbagliammo un paio di occasioni ghiotte. A un quarto d’ora dalla fine restammo in dieci per l’espulsione di Scarafoni, ma continuammo a giocare in maniera meravigliosa. Io avevo un Palermo fatto di ragazzini, che non aveva “palanche”. Ho allenato senza poter inserire neanche un rinforzo in tutto l’arco della stagione».

Oggi il Palermo è tutt’altra cosa…

«Il Palermo oggi è una grande realtà, ha un presidente facoltoso come Zamparini, che ha speso un sacco di soldi e può godersi il frutto di questi investimenti. Il Palermo è una squadra molto seguita, con giocatori di livello internazionale. È una gran bella società, che punta a valorizzare i giovani e ha le possibilità economiche per esprimersi al meglio in questo calcio».

Tornando sulla sponda genoana, come finirà la stagione del Grifone?

«Io credo che il Genoa si salverà tranquillamente. Ballardini ha fatto bene, ha trasmesso quella serenità che mancava alla squadra. Gasperini ha fatto ottime cose, ma ha avuto difficoltà dopo il rivoluzionamento della squadra. Al Genoa basta fare solo quei cinque o sei punti necessari per chiudere la stagione tranquillamente».

Fabio Aronica

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET 

Si ringrazia Mediagol per la cortese collaborazione

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