Nulla è perduto per l'Europa League, ma occorrerà  regolarità  di risultati nelle ultime quattro gare

La sconfitta odierna a Roma, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, non pregiudica il cammino del Genoa verso l’Europa League. A mio parere, neppure in caso di vittoria del Torino mercoledì prossimo contro l’Empoli: i granata verranno infatti il lunedì successivo al Tempio e sarà l’occasione ghiotta per togliere un concorrente dalla […]


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La sconfitta odierna a Roma, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, non pregiudica il cammino del Genoa verso l’Europa League. A mio parere, neppure in caso di vittoria del Torino mercoledì prossimo contro l’Empoli: i granata verranno infatti il lunedì successivo al Tempio e sarà l’occasione ghiotta per togliere un concorrente dalla corsa alla competizione continentale. Quest’ultima assieme all’altro obiettivo della supremazia cittadina (Samp resta sempre con appena un punto di vantaggio) e alla qualificazione agli ottavi di Coppa Italia restano intatti, a condizione che il Grifone torni a correre e riesca ad essere più regolare delle concorrenti nel poker rimanente di gare del campionato: dopo il Torino c’è l’Atalanta in trasferta, lo scontro diretto (ma potrebbe anche non esserlo, visto il cammino da lumaca dei nerazzurri) in casa con l’Inter e infine nell’ultima giornata il Sassuolo in trasferta che sarà sicuramente già salvo. Sulla carta sono una decina di punti (nell’ipotesi ancor più ottimistica 12) potenziali da conquistare: a patto però che non si commettano errori gravi come quello di Roncaglia che è praticamente costata la gara alla squadra.

E a questo punto si impone una riflessione su Roncaglia. Il difensore argentino se non è pronto per questo finale importante e delicato per il Grifone, dovrebbe fare un passo indietro. Le alternative a destra non mancano: També, che potrebbe essere più efficace in posizione arretrata, oppure Izzo che sa adattarsi sia a destra che a sinistra. Il regalo odierno, spiace dirlo ma è così, ha facilitato molto la conduzione della gara ai giallorossi. Forse il gioco della Roma, con i lanci lunghi per Gervinho e Doumbia, ha messo in difficoltà i difensori rossoblù e sarebbe occorso un maggior pressing del centrocampo per impedirlo: ma l’errore purtroppo è stato decisivo.

Gasperini ha dovuto giocoforza svolgere un turnover per non affaticare Falque e Costa, almeno dal primo minuto, e risparmiare il diffidato Edenilson dal rischio di un cartellino giallo che lo fermerebbe per una giornata. Purtroppo non ha potuto far tirare il fiato a Niang: è molto probabile che Borriello non era particolarmente “in palla” neanche per il secondo tempo e il tecnico non l’ha voluto rischiare. Si è sentita però la mancanza dell’uomo d’area che finalizza il gioco e che crea problemi agli avversari: spesso Niang partiva dalla trequarti, per la sua grande generosità, e alla fine ha ceduto per i crampi. Occorre anche sottolineare la marcatura stretta di Bertolacci, blindato tra Nainggolan e De Rossi, che ha appannato la manovra soprattutto nel momento della ricerca del pareggio. Altra riflessione potrebbe essere svolta su Lestienne: non riesce ancora a essere incisivo, forse ha bisogno di molto più tempo per adattarsi agli schemi del Gasp. Problemi a parte, si nota che la squadra non può fare a meno di Falque: non appena è entrato in campo ha iniziato a creare problemi sulla fascia a Torosidis e soci. Importante anche Rincon che è riuscito a essere molto efficace in fase offensiva e difensiva. Oggi infine è mancata la zampata vincente sulle fasce con Bergdich e Laxalt: l’idea di schierarli inizialmente non era sbagliata, Gasperini voleva dare maggiore velocità sulle corsie laterali, ma purtroppo è mancato il loro apporto.

Il 2-0 all’Olimpico è molto probabilmente solo una parentesi negativa: è un peccato però non aver sfruttato a fondo l’occasione, visto che la Roma non è apparsa irresistibile. Lunedì 11 maggio c’è il Torino: è una gara importantissima per la stagione e di sicuro il tecnico e i giocatori rossoblù non vogliono sbagliarla.

Marco Liguori

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