Un Tacco di Classe: il fenomeno “paranormale” Genoa ha colpito ancora

Tanti commenti iniziali positivi, ma alla fine il Grifone ha incamerato solo due punti

Vittorio Sirianni

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Da tempo andiamo dicendo che il Genoa è un caso “paranormale”; non siamo poi tanto lontani dalla realtà. Sentite: si inizia il campionato e si pareggia col Sassuolo in trasferta. Commenti unanimi: “Ci siamo, l’anno sarà più bello del passato”.

Arriva la Juve, si perde ma la squadra gioca. Commentano gli esperti: “Si vede una squadra che va migliorando, buone potenzialità”. Si va a Udine e si perde di misura; arriva la Lazio e, senza la sciagura Gentiletti, si poteva pareggiare e forse anche vincere. Commentano gli esperti: “Sfortuna, ma il pari era doveroso”.

Arriva il Chievo e un pari comunque non guasta, poi si va a Milano contro l’Inter, una sconfitta immeritata. Commentano gli esperti: “Bella partita, la squadra c’è, il pari almeno doveva starci”.

Ecco, dopo tutto questo bel commentare qual è il risultato? Due punti, 11 gol subiti, Juric sembrava sul filo del licenziamento, ma poi confermato sulla panchina rossoblù nella giornata di ieri. Arriva infine il Bologna: nel secondo tempo un palo, due occasioni quasi a porta vuota, il portiere avversario Mirante miracoloso.

Ribadiamo: è mai possibile che dopo questo percorso si sia arrivati a questo punto? Non siamo a livello “paranormale”? A noi sembra di sì. Naturalmente accanto alla…paranormalità ci stanno errori e tanti, per carità. Ma quante altre squadre commettono gli stessi errori e sono con più punti? (Guardate l’Inter…).

Errori, si diceva, certo. E qui nessuno ci toglie dalla testa che le vicende societarie abbiano influito e come sul gruppo dei giocatori, sul loro morale e sui loro rapporti con Juric. Una vicenda chiusa (almeno si pensa) in modo tormentato che ancora andrà avanti, con la storia delle “carte” che ognuna delle parti dice di voler far conoscere e che costituiranno un altro momento destabilizzante di questo percorso traballante della squadra.

Ora, per sintetizzare, sappiamo che Preziosi è sempre il presidente del Genoa e che, al di là della sua rinnovata volontà di cedere la società, ora deve fare tutto il possibile per trarre fuori il Grifo da una situazione davvero critica. Critica proprio per la sua “anormalità”, nel senso che da una parte sembra che la squadra non giochi un brutto calcio, almeno sul piano della generosità e della determinazione, ma nonostante ciò perde e si rischia ormai di guardare verso l’abisso.

Ecco perché ora Preziosi deve fare qualcosa di forte, di solido, di certo, anche se continuerà ad avere contestazioni.

Onestamente la squadra è fragile, tecnicamente povera; questo benedetto centrocampo non esiste, o comunque vive di domenica in domenica con giocatori sempre in fase di sperimentazione. E’ vero che ci sono gli infortuni (a proposito, è mai possibile che gli acquisti appena arrivano al Genoa sono subito infortunati? C’è una maledizione in questo ambiente?), ci sono gli arbitri, ci sono le espulsioni, ma al fondo ci sono atleti anche bravi, ma che non si integrano, non si compattano e non fanno squadra. Momento difficilissimo.

E ben due trasferte sono all’orizzonte.

Vittorio Sirianni

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