Il dramma si è fermato ad Empoli! Meno male. E il nuovo Mandorlini (e sarebbe bene non cominciare a raccontare frottole su di lui, come “è sampdoriano…”) ha lavorato bene, soprattutto sta ridando ai giocatori quella consapevolezza e quella tranquillità la cui mancanza è stata la causa principale del dramma appena vissuto.
Quattro punti in due partite, una vittoria esterna che per il Grifo era un antico ricordo, ma soprattutto quella concretezza e quella semplicità che sono servite e serviranno a ridare fiducia e buon umore all’ambiente rossoblù.
Il calcio è davvero strano, fenomeno “paranormale”, come abbiamo sempre detto: pensate che quel “rottame” (scusate il termine, ma questa era la realtà tra i tifosi) di Ntcham sta diventando il “reuccio” del finale di partita. Ed hanno un bel dire gli amici empolesi definendo il tiro del ragazzo una “mezza svirgolata”: quel tiro ha ripetuto la prodezza della gara contro il Bologna: due tiri a rete di ottima fattura per la volontà “mirata” del ragazzo di tirare e fare gol. Mandorlini, al gol, gli è corso incontro come fosse lui stesso un giocatore, segno dell’amore che sta prendendo il tecnico nei confronti dei suoi nuovi giocatori. Insomma, ad Empoli un bel momento, sotto tutti i punti di vista, tecnico e umano.
I rossoblù hanno funzionato un po’ tutti, anche se, per carità, i problemi tecnico-tattici del Grifo rimangono ancora e il lavoro da fare è certamente ancora molto. Mandorlini lo sa e, tuttavia, con questi quattro punti ha ridato quella serenità che è servita per uscire dal tunnel. La squadra certamente è limitata ancora sul piano tecnico, ma ha riacquistato molto su quello psicologico. Aver visto, ad esempio, Izzo, con tutto quello che sta vivendo, disputare una delle sue più belle partite, ha dato un segno di risveglio e di voglia di tornare a giocare, come si diceva un tempo “da Genoa”.