Un tacco di classe: il Grifone ha graffiato l’Aquila

Gran prova di Galabinov che da tempo ne auspicavamo l'impiego dal primo minuto: se Lapadula si riprendesse, potrebbero costituire un bel duo d'attacco

Vittorio Sirianni

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Come sapete, ci divertiamo alla vigilia delle partite a fare la “palla” di previsione. Un gioco, ovviamente, ma che piace molto. Ebbene, la previsione della “nostra palla” su Lazio-Genoa era stata la seguente: “Il Grifo graffia l’Aquila”. Caspita: nemmeno la palla aveva pensato che il graffio sarebbe stato micidiale, mortale appunto.

Un Grifo tornato Grifo come diciamo spesso: un 2-1 che va tenuto in alta considerazione, non tanto per il risultato (sicuramente di lusso), ma per la prestazione della squadra: attenta, lucida, solida, sicura di sé. E pensate: senza cinque titolari. Mancavano persino due titolari della difesa, Izzo e Spolli.

Insomma, un Genoa finalmente squadra, dopo l’Udinese che aveva fatto precipitare gli entusiasmi anche su Ballardini, il quale, al contrario, si è ancora una volta dimostrato attento ‘costruttore tecnico-tattico’ di alto livello: ha messo dentro tre giocatori nuovi, trovando loro il posizionamento giusto e integrandoli perfettamente nella costruzione globale del gruppo. Hiljemark, Pereira, Medeiros hanno dato una bellissima prova di tecnica e di coraggio, pochissime le palle da loro perse.

E su questo Hiljemark vale la pena fare un discorsetto: se davvero continuerà a giocare come a Roma, cioè in modo totalmente diverso che vedemmo giocare tempo addietro, davvero potrebbe essere lui la soluzione tanto discussa e tanto attesa di quell’ “incontrista” di cui si è parlato sempre ed è stata la spina nel cuore del tecnico rossoblù.

GALABINOV – E veniamo all’attacco perché contro la Lazio si è giocato anche in chiave offensiva: e guarda caso chi c’era in campo dall’inizio alla fine? Lui, proprio lui, l’uomo-attacco, che da tempo andiamo dicendo, non può mancare. E guarda caso con Pandev ha fatto il centravanti vero, tenendo la squadra alta, facendo blocco offensivo, scambiando con il “furetto” macedone (ottimo gol) e insomma dimostrando che uno come lui è indispensabile. Se Lapadula, finalmente, potesse riprendersi, voi capite che un duo simile farebbe scintille.

E chiuderebbe il discorso sulla cessione di Pellegri, da molti criticata: cessione che noi, al contrario, condividiamo da tutti i punti di vista.

Insomma questo Grifo ha ripreso il suo volto di livello. Andare a “sbranare” l’Aquila sul suo terreno non è questione da poco, anche perché il successo è arrivato grazie a una bella prestazione corale, e non per un imprevedibile contropiede o per qualche episodio occasionale. No, è una vittoria arrivata perché la squadra ha giocato con criterio, ha bloccato una Lazio che guarda alla Champions League e ha quindi raggiunto meritatamente un traguardo insperato.

Il balzo in classifica porta il Grifone fuori da ogni pericolo: ovviamente bisognerà adesso continuare. Sia a Verona con il Chievo che in casa con l’Inter.

Un dato ancora, ironia della sorte. La Lazio negli ultimi quindici minuti ha sempre segnato (quindi gol). Ebbene: all’Olimpico sono stati i rossoblù a dominare il finale con il gol di Laxalt. Un colpo al cuore di Inzaghi.

Vittorio Sirianni

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