E’ davvero umiliante quello che è successo a Pescara, ma purtroppo bisogna accettarlo, rielaborarlo e andare avanti. Ormai gli errori ci sono stati e sono di tutti: dal presidente, all’allenatore, al tecnico, ai giocatori. Ma è inutile tornarci sopra. Ognuno di noi sa benissimo cosa è successo. Oggi chiudiamo un percorso drammatico e ne iniziamo uno nuovo: questo è il solo problema che si deve porre la società.
Le responsabilità saranno giustamente addebitate a fine campionato: sempre che questo finale sia positivo e non drammatico, come qualcuno immagina. Dunque bisogna rimboccarsi le maniche. Preziosi ha sbagliato molto e dovrà fare un serio esame di coscienza: pensava di poter portare avanti la baracca solo con l’aiuto del figliolo (per altro non più coinvolto come ai tempi belli di Gasperini) e di Milanetto.
D’altra parte, si sa, il calcio è un fenomeno “paranormale” che fa esplodere situazioni imprevedibili, onestamente di fronte alle quali è difficile dare una spiegazione. Perché è successo? Chi di voi può spiegare esattamente le cause del disastro? Quante sono? Una, nessuna e centomila: per dirla con la buonanima di Pirandello.
Bisogna dunque andare avanti. E Preziosi ha capito subito l’antifona, come si dice, e ha preso Mandorlini. Diciamo subito che, a parer nostro, Mandorlini è un allenatore che si dovrà misurare sul campo, in questo ambiente, con questi giocatori e con questa società. Alla vigilia di ogni assunzione gli allenatori sono tutti bravi (lo era anche il povero Juric), poi sul campo accadono cose diverse dalle aspettative e allora un tecnico diventa da “bravo e attento” a “mediocre e inadatto”. E’ purtroppo la storia del calcio e dei suoi protagonisti.