Quanta malinconia in questa crisi del Genoa

Ai vari sentimenti che il Grifo ha sempre procurato ai suoi tifosi (disperazione, rabbia, assuefazione, dolori, qualche gioia) se n’è aggiunto un altro

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Quando Gudmundsson ha sbagliato quel gol nella ripresa, quasi a porta, si è capito che per il Genoa era davvero finita.
Ai vari sentimenti che il Grifo ha sempre procurato ai suoi tifosi (disperazione, rabbia, assuefazione, dolori, qualche gioia) se n’è aggiunto un altro: la malinconia.
Malinconia nel vedere questa squadra (fino a qualche tempo fa la si definiva una “corazzata”) calare paurosamente verso il basso e l’ignoto, in quel che si chiama “decrescita infelice – non felice” come diceva Beppe Grillo.
E ora che si fa? Di turno in turno di campionato la speranza diventa, al termine di ogni partita, la rassegnazione più forte. La grande bellezza di un Genoa in testa alla classifica è diventata la “malattia della malinconia”.
Mentre scriviamo non sappiamo ancora le decisioni che prenderà la società. Va ricordato, comunque, che il modo di gestire questo gruppo è molto diverso da quello praticato da noi italiani. Lo abbiamo visto nella decisione di confermare, senza tanti tentennamenti, Blessin. Ora le soluzioni potrebbero essere diverse.
Visto che esiste un accordo con Blessin cui è stata data fiducia fino al termine del girone d’andata, potrebbe essere riconfermato: secondo noi la scelta avrebbe del clamoroso.
L’altra soluzione potrebbe essere dare l’incarico di tecnico della prima squadra a Gilardino, attuale allenatore della Primavera rossoblù, come soluzione ponte in attesa di scegliere con calma il nuovo allenatore.
Terza soluzione, annunciare il nuovo e definitivo tecnico (Bjelica? Semplici?). I “777 Partners”, lo abbiamo capito, rappresentano una struttura di tipo molto pragmatico, ognuno ha un suo ruolo: esiste un amministratore delegato che si occupa di gestione finanziaria, esiste un direttore sportivo che decide su tutta l’operatività strettamente calcistica. Tanto per capirci: Blazquez da una parte, Spors dall’altra. Su tutti c’è Wander.
Ovviamente tutto dovrebbe muoversi su un binario di perfetta collaborazione: il che, nel Genoa, sembra però che ciò non avvenga proprio perché il “sentire” del gruppo ha una sua caratteristica tutta particolare.
E così, ecco che, ad esempio, non si capisce chi dovrebbe, in tale situazione, venire a spiegare e annunciare il da farsi. Mentre si assiste a un “ordine” da Miami che dice: «Blessin deve restare». E poi i rapporti tra Ottolini e Spors sembra non funzionare proprio, perché Spors è il padrone assoluto, mentre Ottolini sembra lo “yes man” (termine adoperato col massimo rispetto) del momento.
E’ certamente questa la vera causa (almeno così sembra) del vero disastro momentaneo del Genoa? Ci sono anche motivi tecnici, come il continuo cambio di formazione, molti giocatori fuori ruolo, la testardaggine tipicamente tedesca di Blessin di andare avanti per la sua strada, nonostante i risultati siano deleteri.
E così si potrebbe proseguire. Giovedì arriva il Sudtirol, una delle sorprese del campionato. Chi ci sarà alla guida della squadra? Quanta malinconia!
Vittorio Sirianni

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