Prandelli convinca Preziosi: occorrono due centrocampisti di livello

Il nuovo tecnico ha provato il duo Veloso-Sandro: ma insieme non possono giocare. Occorre un ispiratore della manovra e un efficace incontrista

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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“Ave, Caesar, morituri te salutant!”. Non siamo ai tempi dell’antica Roma, ma certamente che Cesare Prandelli avesse trovato un Genoa morituro…dopo i disastri di Juric era normale.

Comunque, fuori di metafora, il debutto del nuovo tecnico è stato positivo ed anche fortunato: perché alla vittoria che doveva essere d’obbligo, si è sostituito un pari molto elogiato, visto come si era messa la gara. E proprio l’aver giocato (bene) in dieci uomini ha giustificato e apprezzato il pareggio, nascondendo comunque una realtà che non va dimenticata: da otto giornate (30 settembre) il Grifo non vince una partita.

Prandelli
Prandelli (foto di Genoa CFC Tanopress)

Prandelli ha dimostrato subito di “capire” di calcio, avendo immediatamente o quasi, riveduto il modulo tattico dopo la “scemata” di Criscito e l’altrettanto “stupidata” dell’arbitro, mai visto così scadente. Col “4-3-2” ha rimediato ed è stato supportato, questo va detto, da un gruppo di giocatori che hanno dato anima e corpo, coraggio e abnegazione, giocando alla grande, dal punto di vista agonistico, fino al termine, meritandosi giusti applausi.

DOMANI – Ora però si deve guardare in faccia la realtà, che non è drammatica (cinque punti di distacco dal Bologna terzultimo), ma nemmeno tranquilla. E allora Prandelli si deve sedere ad un tavolo con Preziosi e fargli capire che qualche buon nome a gennaio lo deve trovare. Perché l’attacco c’è, la difesa pure, ma quello che manca è il centrocampo, assolutamente inadeguato a costruire un complesso ben compatto.

Prandelli (avendo pochi giocatori a disposizione) ha provato il duo Veloso-Sandro, ma si è visto subito che le cose non andavano bene: i due sanno giocare, ma insieme mai e poi mai. Sono due eccellenti “rincalzi”, utili nei momenti di emergenza. Ci vogliono un paio di nomi con caratteristiche forti, uno che illumini il gioco e l’altro che sia deciso nei contrasti. Hiljemark può restare, quest’anno sta andando bene, Romulo e Bessa anche. Solo così il Grifo potrà continuare a giocare per un tranquillo decimo posto.

Veloso Hiljemark
Miguel Veloso e Hiljemark (foto di Genoa CFC Tanopress)

Prandelli è stato applaudito ed ora non si fa che pensare che con il suo arrivo tutto cambierà: è solo una speranza e tutti (compresi noi) ci auguriamo che diventi una certezza. Ma non dimentichiamo che alla vigilia, quando, si pensava che Juric sarebbe stato trombato, si parlava prima di Donadoni, poi di un certo Tudor e ancora di Lamouchi e di Van’t Schip. Prandelli, dicevano gli esperti, era uno che da otto anni non calcava un campo di calcio in serie A, quindi…

Questo per dire che, nel mondo genoano, i trionfalismi e gli eccessi di elogi, devono essere molto cauti, perché le esperienze ai rossoblù insegnano tanto.

Prandelli è certamente un tecnico dabbene, è stimolato a farsi valere, contento di essere rientrato nel “giro”, ma anche lui si renderà conto in che realtà è entrato: quella rossoblù (glielo ricordiamo) è di tipo “paranormale”. Nel senso che è un ambiente molto particolare, unico, stravagante, improbabile, imprevedibile. Cesarone è un uomo saggio, certamente, ha già affermato il “penso positivo”, dunque le premesse per un buon lavoro ci sono.

Giustificato il pareggio (che doveva essere una vittoria) eccoci al domani che significa prima la Roma all’Olimpico e poi l’Atalanta di Gasperini in casa. Correggiamo “Ave Caesar non più morituri ma resuscitati te salutant”: un eccezionale in bocca al lupo (o in … alla balena).

Vittorio Sirianni

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