Le critiche a Prandelli? Inconcepibili

In molti hanno criticato le scelte operate dal tecnico contro il Chievo, soprattutto per i cambi. Ma occorre ricordare che il Genoa non perde, non incassa gol da tempo e allunga sulla terzultima

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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E’ vero, il Genoa ha giocato male contro il Chievo a Verona. Ma per la quinta volta non perde. Non succedeva da un’eternità. D’altra parte, bisogna essere concreti e realisti: il bravo Prandelli, con questo “patrimonio” di giocatori, non può fare molto. Ancora una volta la campagna acquisti di gennaio non ha dato i frutti sperati e così, con questi giocatori, più di tanto non si può fare a prescindere dai vari moduli che il tecnico tenta di sperimentare.

Però, attenzione, inutile contestare il poco gioco, le difficoltà di Prandelli a mettere assieme la squadra tatticamente giusta: perché abbiamo letto che, forse, più che cambiare in corsa (cosa che è nel Dna del tecnico) l’errore sia nella scelta iniziale della formazione.

Onestamente ci sembra un giudizio eccessivo: si critica Prandelli a torto. Ma ricordate gli “eroici” tempi di Malesani, Marino, Delneri, Liverani? E allora, cerchiamo di capire quello che sta accadendo oggi: da cinque giornate il Grifo non perde, non incassa gol da tempo e allunga sulla terzultima. Insomma si sta portando a quella posizione di classifica, diciamo, dignitosa che è il decimo/dodicesimo posto. Dopo tutto quello che è successo nella prima parte, il tormentato cammino circa i cambi di allenatore, gli infortuni, i momenti economici poco felici, si può e si deve essere ottimisti guardando cosa sta offrendo la squadra.

Certo i problemi ci sono e li ha sottolineati anche Prandelli: «Non sono deluso, abbiamo continuità, anch’io vorrei dei gol, ma non basta mettere le punte. Bisogna meglio integrare centrocampo e attacco. Ma la continuità c’è e questo ci permette di lavorare più tranquilli». Insomma, il tecnico vuol dire di fare attenzione e di valutare bene il materiale che abbiamo e poi decidete.

Qualcuno dice che ha cambiato troppo tardi tre giocatori: forse alcuni voleva metterli subito in squadra. Rispondiamo che molte volte questo è successo: pensiamo a Lazovic che è spesso è partita all’inizio, ma poi è stato sostituito. Dunque queste valutazioni a posteriori lasciano il tempo che trovano.

Purtroppo ci sono partite che vanno in un certo modo: non si fanno gol e questo è un problema che riguarda un po’ tutte le squadre.

Resta tuttavia una necessità che spetta di verificare al tecnico: perché a volte il Genoa scende in campo senza quelle motivazioni, quella grinta e quella determinazione che servono alle buone prestazioni. Il nostro pensiero è che siano queste le caratteristiche di una squadra come quella rossoblù, non tanto i moduli e le costruzioni tattiche. Ormai il valore dei giocatori lo conosciamo, uno vale l’altro, per cui si spera sempre che i giocatori che il tecnico manda in campo abbiano fortunatamente l’atteggiamento giusto, la forza di dare il meglio, la fortuna anche di indovinare la “sua” partita.

Intanto, il famoso regista che si va cercando da anni non si trova (oppure non si vuol trovare) e siamo sempre qui a discutere di Veloso e di Pandev, antichi matusalemme che, a giorni alterni, sono giudicati eccellenti oppure pessimi.

Questa è la realtà: noi diciamo che bisogna accettare la situazione nei suoi lati migliori. Il Grifo non mira né all’Europa, né tanto meno alla Champions, né ormai alla Coppa Italia: ma mira a quella classifica dignitosa, che è poi la sua posizione più logica.

Si pensi ora a battere il Frosinone che, sia chiaro, ha battuto la Sampdoria, ha fatto soffrire la Roma, ma è sempre il…Frosinone.

Vittorio Sirianni

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