La favola del Genoa sotto il Vesuvio senza lieto fine

Il Grifone stava tenendo testa al Golia azzurro: il gol è stato un "regalo" all'avversario che stava stentando

Vittorio Sirianni

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Stava andando tutto per il meglio: Ballardini aveva messo le sue pedine al posto giusto e il Napoli (che aveva la smania di vincere) farfugliava, tirava a vanvera, prendeva anche dei pali (insomma, era sempre il Napoli).

Poi, ecco improvvisamente il Genoa diventare (come in passato gli succedeva spesso) il solito “istituto di beneficenza” e offrire il solito regalo (siamo a Pasqua, non dimentichiamolo) al “Ciuccio” che stentava parecchio.

Un grappolo (e che grappolo!) di difensori genoani tutti uniti, tutti ben stretti gli uni agli altri, insomma una fortezza difensiva vera e propria, ha lasciato che un “testone” più pronto di altri, senza nemmeno vedere da dove arrivava il pallone (palla inattiva), la colpiva e la sbatteva nella porta dello sciagurato Perin! E così è finita la bella “favola” napoletana, che poteva essere davvero splendida, con un Grifo che aveva fermato il “grande Golia”, così come la Spal aveva fermato il grande “Golia-Juve”.

Pazienza: tutto, nel calcio, può accadere. Ma se pensiamo al 95’ della gara contro il Milan; se pensiamo anche a questo “regalo” pasquale agli azzurri, viene da metterci le mani nei capelli.

Personalmente odiavo la frase: “Quello che conta è la prestazione! Il risultato purtroppo ci ha dato torto”. Eh no, amici: noi preferiremmo una pessima prestazione e un “1-0” a nostro favore. Ma queste sono illazioni inutili, che servono per attenuare la rabbia.

Invece val la pena dire che il Grifo, a Napoli, ha giocato bene, dunque dovrebbe continuare così e, finalmente, contro squadre meno forti e meno fortunate, essere capace di uscire dal tunnel dei 30 punti.

Purtroppo è vero che nelle squadre che vanno benino (come il Genoa) ma non sono ad alti livelli, qualche erroraccio lo si commette sempre, proprio perché non si è una “grande squadra”.

Al Genoa succede ancora facilmente: quella attenzione, quella voglia di non far vincere gli avversari, quella concentrazione che tutti hanno almeno per 80’ i giocatori la perdono poi negli ultimi 10’ o addirittura 5’. Ma questo, lo sappiamo, è il limite di una squadra che non ha ancora una sua “personalità” completa e totale.

E’ giusto, comunque, dire che Ballardini questa “personalità” ha cominciato a darla alla squadra e, quindi, nel caso in cui arrivassero avversarie come Chievo, Crotone, Benevento, Verona, forse si riuscirà a fare emergere questa “voglia di non far vincere gli avversari”.

MERCATO – Intanto Perinetti lavora sul mercato: due nomi su tutti, Perin e Criscito.

Il primo dovrebbe andare al Napoli, ma le cifre sinora circolate di 8 e 15 milioni ci sembrano molto basse. Otto milioni li vale il portiere del Ligorna (con tutto il rispetto), non il vice Buffon, dunque attenzione a non lasciarsi attrarre anche da cifre piccole.

Invece Criscito sembra già del Genoa: quattro anni di contratto, poi dirigente o qualcosa di simile. Domenica era a Napoli; lui, napoletano, ma anche “zeneize”. Ha ribadito: “Il Genoa è nel mio cuore”.

Speriamo.

Vittorio Sirianni

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