Il Genoa punti al decimo posto e tenga Ballardini per il futuro

Basta parlare di salvezza: la media punti consente di guardare in alto. Ma non si doveva parlare del domani dopo il Crotone?

Vittorio Sirianni

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Il cuore di Bessa non è pieno di spazzatura come quello (secondo Buffon) dell’arbitro Oliver al Bernabeu: il cuore di Bessa è invece pieno di gioia e di felicità. E’ il simbolo di questo Genoa, di questo gruppo (di 30 ragazzi come direbbe Ballardini) che hanno vinto la battaglia della salvezza tutti uniti, tutti compatti, tutti col cuore in mano.

Ha detto Bessa, che ha segnato il gol del grande riscatto e dell’ormai sicura salvezza: “Me lo ha detto il mio cuore di venire al Genoa. Un cuore che ha disegnato con la mano, rivolto al suo grande amore Rafaela”.

Insomma: un gesto che conferma quanto l’opera di Ballardini abbia inciso non solo tecnicamente, ma anche umanamente e psicologicamente sui nervi dei giocatori.

DOMANI – Naturalmente esistono, nei cronisti-santoni, luoghi comuni che non accennano a fermarsi. Non capiamo perché a 38 punti si parli ancora di salvezza, usando questa parola che, secondo noi, dovrebbe uscire dal vocabolario rossoblù. Dovrebbe entrare invece l’espressione “decimo posto”, perché questo, ormai, è l’obiettivo del Grifo, cioè la parte sinistra della classifica. Ma tant’è…

I 38 punti hanno sistemato il Grifo all’undicesimo posto, in una posizione che li fa guardare avanti. Mancano ancora sei partite; ci sono incontri che potrebbero portare ancora punti, come Verona, Torino ed altre. Ecco allora il nuovo slogan che bisogna sfruttare: “Decimo posto”. E poi, naturalmente, pensare al futuro.

PERINETTI – Il direttore generale deve uscire allo scoperto; egli stesso tempo addietro aveva detto: “Vinciamo col Crotone e cominciamo a parlare del domani”. E sia: allora, Perinetti? Questo Ballardini lo si tiene o lo si manda al diavolo? La società sa benissimo quello che pensano i tifosi. Sabato scorso hanno urlato tutti insieme (per la prima volta Gradinata Nord e Tribuna): “Tenete Ballardini”.

Il tecnico rossoblù, dal canto suo, non si esprime; dice solo che, arrivando, aveva trovato il Genoa impostato in un modo. L’allenatore, ha inserito e realizzato le sue idee e perciò conclude: “Abbiamo fatto tante belle cose, alcune meno”.

Quindi sarà la società (in particolare Preziosi) a decidere. Il presidente ovviamente vorrà fare il bene della squadra, ma deve stare attento alle sue preferenze. Non dimentichiamo che, ad un certo punto, voleva Oddo, un tecnico bravo solo per poche partite, con nove sconfitte consecutive sul groppone. Quindi, attenzione massima: Ballardini ha capito il Grifo, lo ha “macinato” dentro. E lo ha fatto splendidamente, tenendo in considerazione il livello tecnico globale dei suoi 30 atleti.

Comunque, se poi Preziosi porterà un altro allenatore (ma onestamente non sapremmo chi) che garantisca posti di alta classifica e valorizzazione dei giovani, così da far guadagnare tanti soldi, bene. Ma sui nomi che circolano, ci sarebbero comunque poche speranze: da Nicola a Semplici, a Inzaghi e via dicendo.

Vittorio Sirianni

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