Il Genoa e Juric sono fenomeni “paranormali”

Di fronte ad un periodo così lungo di fatti così unici e particolari (cioè, si gioca bene e non si vince una partita) esiste una forma di impotenza: nel senso che non si sa quali soluzioni prendere

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Ormai non c’è più speranza: confermiamo che il Genoa e il suo tecnico sono fenomeni, davvero, “paranormali”.

Di fronte al percorso che inizia sette partite fa e, valutandone le caratteristiche, resta solo una drammatica conclusione: il fenomeno “paranormale” esiste ed è (questo il vero problema) irrisolvibile. Da settimane, infatti, si va dicendo che il Grifo gioca bene, ma perde o pareggia e che il suo gioco è apprezzabile, ma non si sa bene perché i risultati non arrivano.

Colpa di chi? Onestamente chiediamo a chi ha onestà intellettuale: si possono addossare le colpe ad un solo elemento, diciamo al solo presidente, al solo allenatore, ai soli giocatori? Oppure alla maledetta malasorte che secondo noi sta giocando un ruolo assolutamente significativo?

E’ difficile spiegare il “fenomeno Genoa” di quest’anno, proprio perché a giudizi abbastanza positivi sul gioco, si contrappongono sempre risultati negativi. Di chi è la colpa? Ecco il vero problema: l’impotenza a fare qualcosa per rompere questa terribile catena di fatti negativi.

Prendete la partita col Torino. Ovviamente torna il ritornello “dagli a Juric”: ma davvero è tutta colpa sua che nemmeno era in campo? Cosa ne può il povero tecnico che Romulo commette un erroraccio da dargli una multa clamorosa per fargli capire che un fallo simile, dopo un altro commesso in precedenza, avrebbe portato all’espulsione? Ma un serio professionista, in una partita così delicata, non pensa a ciò? E che ne può Juric se a cinque secondi (diciamo cinque secondi) dal fischio finale del primo tempo, invece di buttare la palla, come si diceva una volta, in tribuna, non si sa cosa fare e il Genoa incassa il gol del 2-1?

Certamente i limiti ci sono e in queste situazioni, tutto si può dire e tutto si può condannare: ma, secondo noi, c’è un qualcosa che “di lassù” domina le sorti del Grifo di quest’anno. Perché siamo in una situazione che non ha svolte possibili: o meglio, ne ha tante e tutte accettabili, ma non certe. Si cambia allenatore? Okay, si cambia allenatore. Si cambia tattica? Okay, si cambi tattica. Si multano i giocatori? Okay, si multino i giocatori. Ma poi? Si è certi che i risultati arriveranno?

Perché lo ripetiamo, di fronte ad un periodo così lungo di fatti così unici e particolari (cioè, si gioca bene e non si vince una partita) esiste una forma di impotenza: nel senso che non si sa quali soluzioni prendere.

Deve cambiare il vento, dice qualcuno. Non drammatizziamo, dicono altri. Ora con la Spal si vincerà. Già, ma voi pensate in che clima si passerà questa settimana? E con che tensione si muoverà Juric (che comunque speriamo venga lasciato tranquillo a lavorare) ormai condannato a sentire la solita lamentela: “E’ l’ultima spiaggia, bisogna vincere, altrimenti…”.

Siamo tornati al solito Genoa, con la sua bella mancanza di continuità, con la sua sfortuna (eh sì, lasciatecelo dire) che è nel suo Dna e che l’accompagna, con toni più o meno intensi, durante i vari campionati. E questo sembra proprio uno di quelli segnati maledettamente. Comunque ora si attende la Spal: sarà possibile dare una “spal…lata” alla malasorte? E magari con l’aiuto di un Piatek che rimanga in campo per tutta la gara? Ha capito Juric…

Vittorio Sirianni

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