Ha ragione Juric: la rosa è limitata e le previsioni non sono ottimistiche

Dopo il tonfo col Chievo, lo sfogo del tecnico è purtroppo motivato: due gare in casa con Inter e il Torino di Belotti, due fuori contro il Palermo che è tornato a vincere e la Roma che vuole arrivare seconda


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C’erano proprio tutti, domenica, al richiamo di Juric il supplicante: si era rivisto persino il celebre “cappello di Zorro” addosso alla Contessa dei nostri sogni, colei che ogni anno prende due tessere di abbonamento, una per lei e una per il cappello.

C’era l’avvocato Alessandro Vaccaro che, in settimana, aveva risolto (che abile questo principe del Foro!) la faccenda Gasperini-tifosi. Nel senso che si è appreso che non era mai successo nulla fra il tecnico e i tifosi, così ha scritto l’ennesimo successo della strategia di Vaccaro.

E non è mancata la schicchissima giacca blu con interni rossi di Luca Barabino, fondatore della “Barabino&Partners”, convinto anche lui che finalmente Juric aveva trovato già con la Lazio il giusto “vestito tattico” del Grifo.

E non mancava il comico (con il Genoa non manca mai) Balbontin, affiancato da simpatici giapponesi fra cui una stupenda creatura di nome Coco, genoana – e non si è saputo perché – e blogger di lusso. Aveva degli stupendi occhi a mandorla, ma non aveva (per fortuna) alcuna parentela con un tal Mandorlini. Era solo genoana. E non mancava in tribuna il piccolo erede di Veloso che sembrava aprisse gli occhi stupiti proprio quando il papà beccava i due gol della disperazione.

Il presidente di tribunale Viazzi, felpa rossoblù, se n’era andato qualche minuto prima, infuriato e raggelato. Impassibili Zarbano e Donatelli.

Insomma tutti presenti per applaudire finalmente il Grifo vincitore. E fino al primo tempo c’eran solo sorrisi, i rossoblù avevano giocato da Genoa, tutti bravi, grande gol di Pandev, squadra equilibrata, coraggiosa, ispirata. Tutto sembrava ormai fatto. Ma, si sa, il Genoa (lo ripetiamo da sempre) è in sostanza un “istituto di beneficienza”. E nello spogliatoio ha saputo che il Chievo aveva perso ben cinque partite consecutivamente: non era giusto quindi, dargli fiducia e interrompere quel percorso disgraziato? Certamente sì, e allora lo spartito umanitario del Grifo ha avuto la meglio, l’Otto per Mille è scattato e nella ripresa il Chievo ha stupendamente interrotto il suo percorso negativo grazie a un Genoa letteralmente sparito dalla circolazione.

Sì, sparito: qui, al di là dello scherzo, ci si chiede tutti (in primis il lacrimante Juric) com’è potuto accadere. Già, come? Ve lo spieghiamo noi: essendo il Genoa un fenomeno “para-normale” offre spesso di queste prestazioni, che non hanno spiegazione alcuna, o meglio ne hanno tante, ma il che vuol dire non sapere quale potrebbe essere la vera.

Come dire: tutti colpevoli, nessuno colpevole. Juric ha pianto, povera anima: e che poteva fare se Simeone ha sbagliato il rigore e degli imbecilli hanno gettato petardi e fumogeni quasi sulla testa di Sorrentino, o se la squadra è calata quando per tutta la settimana si era preparata proprio sul piano psicologico?

Qualche collega molto religioso pare abbia scoperto Juric, nella ripresa, con un rosario in mano, invocando celesti Dei, tutto per cercare di cambiare il volto della gara.

Niente. Poi lo sfogo e le giuste lacrime: “Non ho rincalzi, gioco con chi è a disposizione. Certo che ora sono preoccupato, perché non si gioca così“.

Ha ragione: il materiale è quello che è e le previsioni non sono colorate. Quattro partite, due in casa (L’Inter che ha perso ed è incattivita e il Torino con quel Belotti…), due fuori (Palermo che è tornato a vincere e la Roma che vuole arrivare seconda).

Dunque, momenti difficili, per non dire di più. E poi le concorrenti che si sono svegliate, come il Crotone che avrà in casa Udinese e Lazio e in trasferta Pescara e Juventus.

C’è il rischio che i petardi faranno dare una grossa multa alla società. Preziosi ha confermato la fiducia a Juric (e ha fatto bene), dando appuntamento ai giocatori a Pegli, pronto a… farli andare in ritiro per un mese intero (vi ricordate quello che disse tempo fa?).

Speriamo, dunque, che tutto si rimetta a posto. Molti, intanto, si chiedono se anche Preziosi andrà a Pegli con un rosario fra le dita…

Vittorio Sirianni

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