Chi sarà l’uomo derby? No, sarà un sentimento a decidere

Saranno le emozioni la molla che può far scattare l'orgoglio dei giocatori del Genoa e condurli alla vittoria nella sfida stracittadina

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Il derby, come dicono alcuni esperti psico-calcistici, non è una partita di calcio: è una suggestione. E’ un sentimento, una speranza e, per chi perde, una rassegnazione! Insomma, è tutto quello che, in una parola, si chiama “emozione”. E l’emozione è la molla che domina quasi tutto il nostro agire quotidiano.

Dunque, andremo a questo 117° derby come ad un rito emozionale: vivendo, in 90 minuti speranze, entusiasmi, dolore, gioie, piaceri, invidia e, alla fine, accettazione.

Ma al di là di quello che si vivrà, restano anche i temi concreti, legati al fatto squisitamente tecnico: con protagonisti i giocatori, soprattutto, ma ovviamente anche l’allenatore, i dirigenti, la società, il presidente. Il “fatto-derby” coinvolge tutti e in una maniera unica, diversa, completamente diversa, da ogni altra partita dell’avventura calcistica nazionale.

Diciamo, allora, del tormentato tecnico Ivan Juric che ancora una volta si vede “pressato”, a nostro parere, ingiustamente da un continuo ritornello: “Per Juric sarà la partita decisiva, se perde sarà licenziato”. E ancora: “Per Juric una gara da ultima spiaggia”.

Onestamente è terribile per un allenatore vivere una vigilia simile: per fortuna Juric accetta e sopporta, è un uomo dell’Est, duro a morire, solido nei sentimenti, pronto all’attacco. Ora, tanto per cambiare, leggiamo che dopo aver già scelto (così dicono i giornali) i vari, possibili sostituti (Prandelli, Donadoni ecc.) si è aggiunto Van’t Schip che naturalmente nessuno dimentica da giocatore. Disputò ben 107 partite nel Genoa, dunque un nome potenzialmente interessante. Ma che c’entra la scelta di un possibile nuovo allenatore del Grifone? Probabilmente per aumentare la pressione su Juric.

L’allenatore rossoblù dal canto suo, va avanti e spera di giocarsi la sua “ultima spiaggia” con un…bagno di bel gioco e di vittoria. In barba (con tutto il rispetto) dei vari Van’t Schip e simili.

Il problema del Grifo, sarà come sempre uno solo: quello dell’atteggiamento dei giocatori. I quali, vengono da due partite contro Milan e Napoli giocate bene, ma perse, e dalla debacle contro l’Inter: dovrebbero dunque sfoderare quell’orgoglio che ogni atleta dovrebbe avere dopo tre sconfitte consecutive.

Che sul Grifo giochino pressioni e condizionamenti oltre misura è un dato certo: oltre che su Juric anche su Piatek gravano pesantissimi condizionamenti. Non segna da diverse giornate, dunque è scarso, non merita elogi, deve subire attacchi e giudizi negativi. Un’ossessione vera e propria! Per fortuna i due, per ragioni diverse, non sentono questo peso ed è un bene.

Che Genoa vedremo? Juric, improvvisamente, cercherà di giocare bene in attacco e bene in difesa. Pare che in sogno glielo abbia suggerito un certo olandese più o meno volante. Per questo davanti terrà le due solite punte, Piatek e Kouamé, che per altro non conoscono il “sapore” del nostro derby. E comunque, ripetiamo, al di là di chi metterà in campo, il tecnico croato si aspetta dai suoi (che pare gli siano molto vicino) solo atteggiamenti giusti, coraggio, velocità, entusiasmo, grinta e voglia di vincere, al di là di ogni modulo tattico: insomma un “gioco da Genoa”.

Ultima domanda che non significa nulla in particolare, ma che viene formulata sempre in queste occasioni: chi sarà l’uomo derby? Risposta: non sarà un uomo, ma probabilmente un sentimento.

Vittorio Sirianni

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