Attenzione ai micidiali cali verticali del Genoa

Per esperienza purtroppo si sa che quando cominciano non finiscono più e portano alla sofferenza continua fino al termine del torneo

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Adesso capiamo perché da qualche tempo Prandelli va dicendo: «Attenzione, non siamo ancora salvi, bisogna lottare e non credere che si sia già tranquilli».

Evidentemente ha capito che qualcosa ancora non “gira” in questa squadra: sono sei gare che non si segna su 10 giocate. C’è una certa qual deconcentrazione in tutti i giocatori. Tre incontri “accessibili” (Chievo, Frosinone e Parma) sono andati in bianco.

Ora, senza drammatizzare oltre misura, bisogna che Prandelli trovi il modo di tirare fuori il Genoa da questa “abulia” generalizzata. Perché, se ci pensate bene, è da qualche mese che si continua a dire: «Il Genoa gioca ma non vince, gioca meglio dell’avversario, ma poi finisce malamente». Andando avanti così, credendo che giocar meglio dell’avversario ma perdendo e pareggiando immeritatamente di più, le cose arrivino a buon fine. Non è così.

Oggi si pensa che la salvezza sia certa, perché dicono gli esperti che a 33 punti si può essere salvi: ma attenzione. In tanti anni, per nostra esperienza, i cali verticali del Grifo sono micidiali, quando cominciano non finiscono più e portano alla sofferenza continua fino al termine del torneo.

Ovviamente Prandelli, che è uomo saggio, sta capendo che in tutta sincerità ha in mano una manciata di uomini di non grande livello: perché non riesce a trovare la “quadra” (come si dice) tecnico-tattica. Le sta provando tutte, ma per ora i risultati sono modesti. E tra poco arriva una serie di incontri micidiali (a partire da domenica con la Juventus al Ferraris).

Il problema numero uno è l’attacco, laddove si pensava invece che i problemi non esistessero. Prandelli ha le sue idee, sta cercando di giocare a due, o a volte a tre, o col trequartista oppure con il 4-4-2. Insomma, le sta provando tutte, ma nulla cambia, il gol non arriva.

Anzi, a dire il vero non c’è stato miglioramento, né valorizzazione di alcun elemento. Kouamé ha perso smalto e spensieratezza quando all’inizio sembrava che insieme a Sanabria potesse finalmente costituire una gran bella coppia offensiva. Lo stesso Sanabria si sta scoprendo giocatore più di manovra che realizzatore ed è sempre molto isolato là davanti.

In difesa, che è certamente il reparto più solido, non si capisce perché Biraschi sia così “appassito” dal punto di vista tecnico e agonistico.

Insomma: i problemi non mancano, ma va detto che Prandelli, non manca di esperienza e qualcosa sa di dover fare e farà.

E poi diciamolo francamente: quel pizzico di fortuna non arriva davvero mai: quello che è successo a Parma con il Var, straordinarie e folle strumento che non si sa bene quanto e quando serva, ha ancora una volta fallito. Ma pensate: ci sono ben quattro arbitri a verificare se un fallo c’è o no. Eppure non riescono a dirci la verità. Coraggio Grifo siamo al Var…ietà da avanspettacolo.

Vittorio Sirianni

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.