Genoa già in apnea, dopo tre sole giornate. La trasferta di Udine ha messo in evidenza le solite lacune viste nel primi mesi del 2017. Del resto Preziosi ha formato una squadra con il solo obiettivo di rimanere in linea di galleggiamento salvezza e rimettere alla sessione invernale del calciomercato, e a chi allora ne sarà proprietario, l’incombenza di ristrutturare la squadra e salvarla.
La sconfitta di Udine è molto dolorosa perché è maturata contro una squadra a zero punti, priva di Widmer e Perica, e con la piazza in subbuglio per la cessione di Thereau. Il Genoa ha prodotto in quasi 100 minuti un solo tiro nello specchio della porta, peraltro su spunto personale di Taarabat.
La difesa rossoblù è stata ferma sul batti e ribatti che ha causato la rete friulana. Lazovic e Laxalt continuano a sbagliare una quantità impressionante di passaggi, figurarsi di cross. Bertolacci ha fatto un gravissimo intervento falloso, mentre Pandev non è pervenuto.
Il Genoa non ha ancora realizzato un gol “vero” su azione in tre partite, ed è questo l’aspetto veramente preoccupante. Soprattutto considerando l’incidente a Lapadula.
Un’ultima fondamentale annotazione.
La scelta di Perin capitano è stata inadeguata. Mattia è un grande giocatore e un genoano doc. Ma il capitano deve essere uno che si faccia sentire in mezzo al campo con i compagni e con l’arbitro. L’episodio del fallo di Behrami su Biraschi è un esempio lampante. Un Milanetto. un Burdisso, un Marco Rossi si sarebbero fatti sentire con la giacchetta nera per chiedere il secondo giallo e la conseguente espulsione. Il portiere non può “fisicamente” attraversare il campo per andare a protestare.
La cosa drammatica è che non si vedono giocatori di sufficiente personalità cosi titolari da poter sostituire Mattia.
Anche trovare un capitano, nel Genoa di oggi, è un problema.
