Il Grifone rischia di retrocedere, dovrà fare almeno 2-3 punti per essere certo di salvarsi. Il Genoa dovrà quindi buttare il cuore oltre l’ostacolo sapendo che alcune partite, le trasferte di Torino e Roma in particolare, saranno al limite del proibitivo.
I calciatori sono in chiara difficoltà, mollati da buona parte del pubblico che bolla le loro prestazioni come “indegne”. Ma su questo punto casca l’asino, o meglio, casca il vezzo tutto italico di non accettare mai la superiorità dell’avversario, l’esito della competizione agonistica, cioè di non accettare mai la sconfitta.
Fateci caso. Ogni domenica almeno un buon numero di tifoserie italiane giudica le prestazioni delle proprie squadre usando termini quali “in vacanza”, “indegni”, “vergogna”, “imbarazzanti”. E si sprecano gli inviti ad andare a lavorare o togliersi la maglia, magari in favore della squadra Primavera da schierare la domenica successiva come soluzione finale di cotanta vergogna pallonara.
Basti guardare a quanto accaduto domenica scorsa. Secondo i propri tifosi sono risultati essere indegni l’Inter (sconfitto a Crotone), il Bologna (sconfitto 0-3 dalla Roma), il Genoa (3-0 a Udine), il Palermo (4-0 a San Siro). Anche l’Empoli è stato sonoramente fischiato a fine partita per il pareggio interno con il Pescara.
Potremmo allargare il discorso alla Serie B o alla Lega Pro, dove spesso perdere male un derby si traduce in contestazioni, magari civili, ma durissime nei giudizi.
Il Genoa di oggi è semplicemente la squadra più scarsa del campionato. Ed essendo scarsa non segna mai, subisce tanti gol e gollonzi, e perde.
L’accettazione da parte di tutte le componenti del Genoa che questa squadra è la più scarsa della Serie A è il necessario passo per provare, con volontà, lavoro e calcioni, a salvarsi.
