Genoa nel posticipo chiamato a violare lo Juventus Stadium

I bianconeri vincono in casa da ben 32 partite consecutive (e non perdono da 34); ultimo pareggio genoano a Torino nel 2013 e ultima vittoria nel 1991

Skuhravy a segno a Torino nel 1991 nell'unica vittoria genoana del dopoguerra

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Il Genoa nel posticipo domenicale dello Juventus Stadium è chiamato all’impresa. I bianconeri, infatti, nel loro fortino vincono ininterrottamente da 32 partite in campionato (16 in questo torneo) e non perdono da 34. Le ultime squadre ad uscire indenni da Torino sono state quelle che hanno affrontato i campioni d’Italia nei primi tre incontri dello scorso campionato. L’inizio casalingo della scorsa stagione per i bianconeri fu infatti molto deludente: sconfitta all’esordio con l’Udinese (1-0) il 23 agosto e poi due pareggi per 1-1 con Chievo il 13 settembre e Frosinone il 23 settembre 2015. Da allora, come detto, una striscia di 32 vittorie consecutive con 75 gol fatti e appena 12 subiti. Tra queste anche il precedente dello scorso anno giocato il 3 febbraio 2016 per la 23a giornata (turno infrasettimanale): una brutta partita giocata al risparmio da entrambe le squadre e finita 1-0 a causa di una sfortunata deviazione nelle porta di Perin di De Maio al 30’.
Il bilancio dei 65 precedenti (di cui uno in B) del Grifone in casa della Juventus pende nettamente a favore dei torinesi: 46 vittorie juventine, 12 pareggi e 7 successi genoani (1 solo nel dopoguerra, nel 1991) con 157 reti della Juve e 62 del Genoa. A questi vanno aggiunti anche 4 precedenti in Coppa Italia (3 vittorie bianconere e una rossoblù nel 1939).
Una sola vittoria del Genoa nel dopoguerra in casa della Juve: è quella storica del 20 gennaio 1991 finita 1-0 in virtù del gol di Tomas Skuhravy. Si giocava però al Delle Alpi, abbattuto sei anni fa per fare spazio al nuovo Juventus Stadium dove il Grifone in 5 precedenti ha collezionato 3 sconfitte e 2 pareggi. Detto di quella della scorsa stagione, le altre sconfitte risalgono al 22 marzo 2015 (1-0 con splendida rete di Tevez al 25’, infortunio alla spalla di Perin, rigore (inesistente) parato da Lamanna allo stesso Tevez e rigore non concesso al Genoa per fallo su Perotti) e al 27 ottobre 2013 (2-0 risolto già nel primo tempo con i gol di Vidal e ancora Tevez). I due pareggi risalgono invece al 26 gennaio 2013 con Ballardini in panchina (1-1 con le reti nella ripresa di Quagliarella e Borriello e con “giallo” finale per un tocco di mano in area del difensore genoano Granqvist correttamente giudicato involontario dall’arbitro che scatenò le ire juventine smemorate però in merito ad un tocco volontario di mano di Vucinic in piena area sullo 0-0) e al 22 ottobre 2011 (2-2 con Malesani in panchina in quella considerata la miglior partita della sua gestione e Veloso in campo come domenica sera CLICCA QUI PER VEDERE LE IMMAGINI). Quella sera fu Matri a sbloccare il risultato dopo soli 6 minuti per la Juve ma al 31’ Marco Rossi su bel cross di Merkel di testa trafisse Storari. Nella ripresa fu ancora Matri a riportare avanti la Vecchia Signora raggiunta però da Caracciolo all’85’: unica rete in maglia rossoblù per l’”Airone”. Nel recupero Jorquera e lo stesso Caracciolo spaventarono i padroni di casa.
Gli altri precedenti degli anni duemila si sono giocati tutti allo stadio Olimpico. Il 10 aprile 2011 vittoria juventina per 3-2 sul Genoa che Ballardini sta portando verso una salvezza tranquillissima. I bianconeri guidati con scarsi risultati da Del Neri arrancano al di fuori della zona europea. I rossoblù giocano bene: vanno due volte in vantaggio (autogol di Bonucci al 7’ e Floro Flores al 57’) per due volte vengono raggiunti (autogol di Marco Rossi al 50’ e Matri al 63’), Palacio sfiora il terzo vantaggio ma alla fine (83’) vengono superati dall’ex Luca Toni con un tocco sotto a scavalcare l’incolpevole Eduardo (autore di una delle sue migliori partite).
La partita del 14 febbraio 2010 rimane negli annali per il clamoroso rigore inesistente assegnato a Del Piero. Siamo al 31’ della ripresa, il risultato è inchiodato sul 2-2 (Marco Rossi al 16’, Amauri al 42’, Del Piero al 61’ e ancora Marco Rossi al 63’ su papera di Buffon) e la contestazione del pubblico verso l’allora allenatore juventino Zaccheroni comincia a farsi sentire. Ma ecco che accade l’imprevedibile: al 77’ Del Piero fugge sulla sinistra, Papastathopoulos 3-4 metri fuori area forse lo tocca, il numero 10 juventino cade. Incredibilmente l’arbitro Mazzoleni di Bergamo (su segnalazione dell’assistente Copelli) indica il dischetto: “Pinturicchio” non sbaglia e trafigge Amelia. Vittoria con furto.
Il 13 novembre 2008 il Genoa gioca bene, colleziona occasioni su occasioni (anche un palo), gli viene annullato l’ennesimo gol di regolare di Milito ma alla fine viene punito (4-1) per le tante distrazioni difensive. I gol portano la firma di Grygera al 6’, Amauri al 26’, Iaquinta all’85’, Milito (rigore) all’89’ e autorete di Papastathopoulos al 92’.
Il 21 ottobre 2007 finisce 1-0 per la Juve grazie a un gol di Del Piero ma il Genoa spreca l’occasione del pareggio con Sculli.
Nell’unico precedente di serie B, 21 aprile 2007, finisce 3-1 per i bianconeri grazie ai gol di Nedved al 19’, Chiellini al 38’, Di Vaio al 47’ e Trezeguet al 66’: la partita è però viziata da un gol regolare annullato a Gasparetto (fuorigioco inesistente) e da un rigore negato sullo 0-0.
La prima sfida ufficiale giocata a Torino è datata 2 aprile 1905. Si gioca il gironcino finale a tre per decidere il titolo, alla penultima il Genoa va a Torino: termina 1-1, un ottimo risultato dato che all’ultima giornata in casa, battendo l’U.S. Milanese ormai tagliata fuori, il Genoa andrebbe allo spareggio. Ma il Genoa non va oltre il pareggio e la Juventus vince così il primo scudetto della storia. La prima sconfitta rossoblù (2-0) è datata 1 aprile 1906 in campo neutro a Milano, ripetizione della gara sospesa il 18 marzo a causa di un’invasione di campo (la prima della storia!) dovuta a un battibecco tra un giocatore genoano ed uno spettatore. Negli anni pionieristici ricordiamo il 4-0 juventino del 17 aprile 1911 e poi tante vittorie genoane. La prima fu il 2-0 a tavolino del 6 marzo 1910: sul 2-2 al 68’ viene concesso un calcio di rigore al Genoa, e la Juventus decide di ritirarsi. Poi ci fu il 5-1 del 15 ottobre dello stesso anno con tripletta di Comte e reti di Stocker e Repetto. Curiosa la storia dello svizzero Charles Comte: quella fu la partita del suo esordio ma con il Genoa giocò solo 3 partite segnando ben cinque reti. L’anno dopo passò poi alla Juventus con cui giocò 5 partite e segnò una rete. Negli anni successivi fu dapprima allenatore e poi corrispondente da Ginevra per il “Secolo XIX”. Altra vittoria genoana il 3 maggio 1914: 4-2 con tripletta dell’inglese John Grant autore di ben 41 gol in due stagioni. Roboante anche il 5-2 del 21 febbraio 1915 – anno del settimo scudetto rossoblù – con tre reti del grande Aristodemo Santamaria. Dopo la prima guerra mondiale segnaliamo il 3-2 bianconero del maggio 1920, l’1-1 dell’aprile ’23 (pareggio di Ettore Leale a due minuti dal termine) nell’anno dell’ottavo tricolore dei record quando il Genoa concluse la stagione da imbattuto in 28 partite disputate. L’anno successivo (stagione del nono scudetto) il Genoa ottenne addirittura la vittoria per 2-0 a tavolino a causa dell’irregolarità nel tesseramento del terzino bianconera Rosetta (autore anche di uno dei due gol nel 2-1 juventino ottenuto sul campo). Negli anni del quinquennio juventino solo delusioni a Torino culminate con il clamoroso 8-1 del 19 novembre 1933, stagione della prima retrocessione rossoblù.
Ottimo pareggio nel 1936/37 (anno della prima Coppa Italia conquistata): 2-2 con rete definitiva di Mario Perazzolo all’89’. Splendida la vittoria per 2-1 del 21 novembre 1937 con gol dell’uruguagio Figliola e di Bruno Arcari all’85’ a ribaltare il vantaggio iniziale bianconero di De Filippis.
Nel dopoguerra il Genoa raccoglie quasi sempre delusioni. Disfatte incredibili come l’1-6 del 26 febbraio 1950 (di Pellicari su rigore la marcatura genoana), lo 0-7 del marzo ’65, lo 0-4 del 31 ottobre ’93 (Baggio tripletta) sconfitte sfortunate come il 3-4 del 7 giugno 1959 (John Charles scatenato con una doppietta), lo 0-4 del novembre ’77 (sbloccata solo al 23’ della ripresa con una carambola di Tardelli. Anche autoreti di Ogliari e Onofri e grave infortunio al centravanti Di Giovanni procurato da Gentile e stiramenti di Damiani che resta stoicamente in campo), lo 0-1 del 21 marzo ’82 deciso da un’autorete di Faccenda, lo 0-1 del 14 febbraio ’93 (nella ripresa gol vincente di Ravanelli appena entrato) o pareggi importanti come lo 0-0 del 12 gennaio 1964, l’1-1 del 25 febbraio 1990 (Juve raggiunta grazie all’autorete del mancato genoano Alejnikov) e l’1-1 del 18 dicembre 1994 grazie al “gol fantasma” di Galante all’88’.

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