Rigoni è diventato leader

La partita con il Torino (e la stagione) incoronano il centrocampista di Schio: poco alla volta è diventato uno dei leader dello spogliatoio

Luca Rigoni in gol (da Genoacfc.it)

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Rigoni è un centrocampista umanista. Preferisce la sostanza allo spirito. Come la gente della sua terra veneta, fatta di grandi lavoratori e pochi parolai. Le ciàcole le lasciano agli altri. Un pò come i genovesi, che mugugnano, sì, ma non scappano di fronte all’incombenza di una necessità. Rigoni è il Marco Polo del pallone perché ha avvicinato questi due popoli identificandoli nel calcio. Al Genoa arrivò in silenzio, come se volesse evitare di dare nell’occhio. Non è schivo, è semplicemente di Schio.

Macché Sior Todero brontolon! Rigoni coincide con la descrizione che Goldoni verga per Momolo, un “cortesàn generoso senza profusione, allegro senza essere inconsiderato, preferisce la tranquillità, ma non soffre la superchieria“. Compensa il deficit di qualità tecnica con l’intelligenza tattica e per questo è uomo ovunque; di lottatori come lui il Genoa ne avrà sempre bisogno. E la risposta dei genoani sarà scrosciante come gli applausi dopo la prima buona a teatro.

Rigoni è diventato uno dei grandi leader dello spogliatoio rossoblù. Lo suggerisce la crescia stagionale e, soprattutto, lo conferma la gara con il Torino, la partita più importante dell’anno. Ha fatto capire al Toro che aria tirava nell’arena: colpendo Baselli ha infilato la prima banderilla, poi il gol e il raddoppio di Simeone hanno scatenato la pañolada rossoblù. Lotta e governo tra palloni recuperati e la partecipazione in quasi tutte le azioni pericolose. Rigoni sarà fondamentale l’anno prossimo: sarebbe un errore disfarsi di questo baluardo umanista.

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